Scuola settembre – lunedì 6 luglio 2020. Oggi il Piano Nazionale delle Riforme (Pnr) stilato dal Ministero dell’Economia sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Tra i tanti temi toccati anche quello dell’istruzione. I fondi stanziati dall’Europa per combattere l’emergenza Coronavirus saranno investiti all’insegna della digitalizzazione e della modernizzazione. Questo significa che l’esecutivo vuole puntare sulla tecnologia, che ha reso possibile la didattica a distanza, che ha svolto nei mesi scorsi un ruolo fondamentale. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha infatti sottolineato che le «notevoli risorse che l’Unione europea ha messo in campo dovranno essere utilizzate al meglio. Priorità? La modernizzazione del Paese, la transizione ecologica e l’inclusione sociale e territoriale di parità di genere».
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Scuola settembre, piano riforme del governo: per il rientro test sierologici ad insegnanti e Ata
Il Piano Nazionale delle Riforme, come spiega Annalisa Girardi su ‘Fanpage’, vuole eliminare il ‘digital divide’, ossia il divario, andatosi ad accentuare durante il lockdown, che separa i ragazzi più abbienti da quelli che non possono permettersi dispositivi elettronici. Un gap che ha minacciato il diritto all’istruzione stesso. Per questa ragione il primo punto del Pnr in materia di scuola ha a che fare proprio con la connettività e l’acquisto di strumenti tecnologici affinché nessuno resti indietro dalle attività didattiche. Dunque sono stati pensati finanziamenti alle scuole, ma anche voucher per le famiglie più in difficoltà. Nella bozza si parla di un aumento di risorse per il Piano scuola di circa 200 milioni (arrivando a 400 milioni totali). Si tratta di fondi che serviranno a “rafforzare la connettività delle scuole portando in più di 32.000 istituti la banda ultralarga”.
Eliminare il “digitale divide” e il problema delle ‘classi pollaio’: le proposte sul tavolo del consiglio dei Ministri
“In relazione agli anni scolastici a venire, nell’incertezza dettata dalla possibilità che l’emergenza sanitaria possa ciclicamente ripresentarsi, è compito del Governo continuare a garantire il rafforzamento della complessa struttura di interventi che ha garantito finora la didattica a distanza, traslando le azioni adottate in emergenza in una solida politica di sistema”, insiste il Pnr, che deve far fronte ad un’altra problematica, quella delle classi pollaio. Per il miglioramento della scuola “appare ineludibile una revisione dei criteri di numerosità delle classi previsti dal DPR 81/2009, per garantire stabilmente un migliore equilibrio tra le esigenze didattiche e di organizzazione del personale, anche al fine di evitare il fenomeno delle cosiddette classi pollaio”. Dunque “Classi soprannumerarie, strutture fatiscenti, numeri eccessivi e ragazzi con disabilità senza un sostegno formato si scontrano con l’obiettivo necessario di innovazione. Verranno intraprese azioni rivolte alla promozione e diffusione delle metodologie che superino la lezione frontale e privilegino una partecipazione diretta degli studenti nella costruzione del sapere”.
Scuola settembre, Speranza: «Monitoraggio costante su docenti, Ata e studenti»
Ma come sarà il ritorno a scuola a settembre? «Per la riapertura delle scuole il prossimo 14 settembre – spiega Mario Rusconi (Anp Lazio) all’Adnkronos – il Ministero dell’Istruzione sta ipotizzando diverse misure da predisporre. Tra i diversi temi da affrontare anche quello sanitario e in questo senso risultano molto utili gli accorgimenti e i consigli del Comitato Tecnico Scientifico dello scorso 26 giugno e, in questo momento torna urgente riaprire la questione del ripristino del medico scolastico e dell’équipe psicopedagogica delle scuole. Il presidio igienico-sanitario, eliminato da oltre vent’anni, svolgeva un’importante funzione diagnostico-preventiva in tutte le scuole attraverso, ad esempio, costanti controlli della vista, delle infezioni batteriche e virali, delle vaccinazioni e più in generale dello stato di salute complessivo degli studenti». Il ministro della Salute Roberto Speranza ha promesso un monitoraggio costante su docenti, Ata e studenti attraverso test sierologici e molecolari. «Occorre recuperare una relazione organica costante della prevenzione sanitaria con la scuola», ha, infatti, dichiarato questi a ‘Repubblica’. leggi anche l’articolo —> Stefano Zecchi: «La scuola italiana non è competitiva. I programmi gli stessi di quando andavo al liceo io»