Silvia Romano, che all’aeroporto dopo un anno e mezzo di sequestro indossa il velo; Silvia Romano, che sceglie come prima uscita alla fine della quarantena di 14 giorni un centro estetico a Milano. E ancora Silvia Romano, che metterebbe dei ‘mi piace’ a delle pagine di matrice islamica sui social. Ma non saremmo diventati dei gran guardoni? Degli impenitenti ficcanaso? Perché la morbosità, con cui si è preso a curiosare nella vita di questa giovane, pare senza limiti. Riscatto pagato o no? Ma è incinta? Perché si tocca sempre la pancia? Sono soltanto alcuni degli interrogativi che hanno riempito i social subito dopo la liberazione di Silvia Romano, finita poi nel mirino dei soliti leoni da tastiera. Gente avvezza, da che c’è Facebook, a ‘sporcare’ ogni bella notizia con parole di odio gratuito.
leggi anche l’articolo —> Silvia Romano storia vera, parla l’amica con lei in Africa: «Basta odio, le è successo l’inimmaginabile»
Silvia Romano su Facebook like ad islamisti e predicatori radicali: la “non-notizia” che alimenta l’odio
Oggi alcuni utenti che hanno minacciato sul web Silvia Romano sarebbero stati individuati. A dare la nuova qualche ora fa ‘Il Giorno’. Dai profili fake gli investigatori sono riusciti a risalire alla reale identità di due persone che apparterrebbero ad ambienti di estrema destra. Nei giorni successivi al ritorno della ragazza in Italia gli hater avevano preso ad attaccare Silvia Romano, montando su dal nulla una campagna d’odio con contenuti inaccettabili. Tanto pericolosi che il pool anti-terrorismo della procura di Milano, guidato dall’aggiunto Alberto Nobili, aveva aperto un fascicolo per minacce. Ora che «l’incubo» per la ragazza sembrerebbe finito, un’altra notizia punta nuovamente i riflettori su di lei. Come se non avesse già patito abbastanza, come se quel rapimento in Kenya non ci fosse mai stato. È di queste ore, infatti, un articolo pubblicato su ‘Il Giornale’ dal titolo “Silvia Romano e i suoi like a islamisti e predicatori radicali”. Un pezzo contenente un esame, dal 24 al 27 maggio, dei “mi piace” messi dalla giovane volontaria, che non farebbe altro che alimentare la macchina dell’odio. Perché mai sarebbe stata resa nota tale mini inchiesta altrimenti? Cosa si voleva dimostrare? La presunta pericolosità della volontaria milanese? Tra i tanti a rilanciare l’articolo la versione online di ‘Libero Quotidiano’.
L’attenta analisi del profilo social della volontaria milanese era davvero necessaria?
“Un’attenta analisi del profilo Facebook di Silvia Romano ha mostrato come ben 16 dei 21 “like” cliccati dall’utente sono di matrice islamica, tra cui una pagina con contenuti estremisti e ben tre predicatori radicali e controversi”, si legge nell’articolo su ‘Il Giornale’, in cui viene messo in evidenza l’interesse della volontaria non solo per l’Islam in generale, ma per l’islamismo politico. Fonti de ‘Il Giornale’ avrebbero individuato un “like” di Silvia Romano nei confronti di “Siamo fieri di essere musulmani“, “pagina il contenuto religioso è mescolato con pesante propaganda filo-turca e violenti attacchi verbali contro il presidente egiziano Abdelfattah al-Sisi, contro Israele, contro i reali sauditi e contro Bashar al-Assad”. E ancora la giovane milanese avrebbe messo un “mi piace” a Nouman Ali Khan, “controverso predicatore accusato nel settembre del 2017 di molestie, conversazioni inappropriate con donne e abusi spirituali”; a Zakir Naik, “apologeta del suprematismo islamista favorevole alle pene corporali nei confronti delle donne, ai rapporti sessuali con le “schiave” ed a cui è stato vietato l’ingresso in UK e Canada”.
Un like anche a “Yusuf Estes, ex predicatore cristiano convertitosi all’Islam ed ora considerato un predicatore di odio vicino a Zakir Naik”. Eh già, non ne è sfuggito uno. E non è difficile immaginare i tanti commenti degli odiatori seriali in calce all’articolo de ‘Il Giornale’ una volta che sarà ricondiviso sui social. E poi ci stupiamo se Facebook sia etichettato come una piazza malamente frequentata, coacervo di tutto quello che di peggio esiste al mondo: frustrazione, rancore, odio, ignoranza, intolleranza e chi più ne ha ne metta. leggi anche l’articolo —> Silvia Romano, il papà Enzo confessa: «Ecco perché mi sono inchinato davanti a lei»