Sparatoria a Pescara come sta il banconista ferito? «Ora? Siamo risollevati perché Yelfry non è in pericolo di vita, anche se la prognosi resta riservata. Per il resto… spero solo che chi gli ha sparato saldi ogni conto con la giustizia, nessun perdono. La follia? Un’ipotesi che neanche prendo in considerazione: aveva una pistola, ha sparato. Che altro aggiungere?». Ha detto al «Corriere della Sera» Alice, la fidanzata di Yelfry Rosado Guzman, il banconista dominicano colpito con quattro proiettili di pistola, domenica, da un avventore del ristobar in cui lavorava da tempo.
Sparatoria a Pescara, come sta oggi Yelfry il banconista: parla la fidanzata
In ospedale c’erano lei, Alice, e tutti i familiari del 23enne, compresa la mamma, la 43enne Melani. Il pericolo di una lesione midollare non è scongiurato: c’è soltanto da aspettare e sperare. I chirurghi hanno eseguito un terzo intervento per decomprimere il midollo spinale sofferente. «Gli ho toccato le gambe, per ora non le sente. Ma dovremo attendere almeno 72 ore per conoscere il decorso reale. 72 ore in cui non farò altro che pregare», ha sospirato la mamma. «Un bravissimo ragazzo. Che pensa solo a lavorare. È casa e famiglia. Domenica c’eravamo parlati poco prima che andasse al lavoro. Mi aveva detto: sono molto stanco, ma devo andare…. Stiamo insieme da un anno, e lo rivoglio presto accanto a me: mi manca tantissimo e per fortuna questa sera sono riuscita a dirglielo», ha detto la fidanzata Alice, che non se la sente di usare la parola “perdono”. «Fuori luogo. Ora che lo hanno preso, spero che l’uomo che gli ha sparato abbia la giusta punizione e che non esca subito…», ha spiegato intercettata dal «Corriere della Sera».
La dinamica assurda
La dinamica di quanto accaduto nel noto locale a Pescara è assurda: Federico Pecorale, un 29enne con problemi psichici dovuti forse a una lontana caduta in moto, è entrato nel bar, rabbioso per il ritardo con cui stavano servendogli gli arrosticini. D’un tratto, ha preso la rivoltella, per la quale non avrebbe il porto d’armi, e ha sparato, lasciando a terra il povero Yelfry. Poi nella stessa serata è stato arrestato dalla polizia che è stata aiutata dal tassista, chiamato dallo stesso aggressore per fuggire in Svizzera. Vincenzo, l’autista, è riuscito a chiuderlo nell’auto. Leggi anche l’articolo —> Sparatoria a Pescara, parla il tassista “eroe”: «L’ho chiuso dentro l’auto per farlo catturare»