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Sparatoria a Pescara, parla il tassista “eroe”: «L’ho chiuso dentro l’auto per farlo catturare»

12/04/2022 11:21 - Aggiornamento 12/04/2022 11:27

Sparatoria Pescara«Ammetto: durante quelle tre ore è stato come se il sedile del mio taxi fosse fatto di spilli. Ma in qualche modo la divisa te la porti sempre dentro, anche se da pensionato. E forse grazie al mio passato quarantennale nelle forze dell’ordine sono riuscito a restare freddo…». Comincia così l’intervista al «Corriere della Sera» di Vincenzo, 67 anni, tre figli, che fa il tassista da soli sei mesi, «licenza ottenuta a Vasto, dopo essermi congedato: nella vita professionale precedente sono stato nelle Fiamme gialle dove ho raggiunto il grado di brigadiere». È lui l’uomo alla guida dell’auto bianca chiamata da Federico Pecorale, colui che ha sparato Yelfry Rosado Guzman (il banconista che ora lotta per la vita in Rianimazione), per fuggire in Svizzera.

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Sparatoria a Pescara, parla il tassista “eroe”: «L’ho chiuso dentro l’auto per farlo catturare»

«Quando è salito (…) mi ha chiesto se potevo portarlo in Svizzera. Gli ho chiarito che la corsa sarebbe costata una marea di soldi e lui non ha fatto una piega, dicendo “non m’interessa”. Così ho fatto i conti, fissando il prezzo sui 1.500 euro; lui mi ha mostrato un rotolo di contanti che però non mi ha dato. Poi siamo partiti», ha dichiarato Vincenzo al «Corriere della Sera». Poi le telefonate: «La prima deve essere stata dei carabinieri, le successive della polizia con il questore in persona, Luigi Liguori, che mi ha tranquillizzato. Parlavamo a voce bassa, io cercavo di non far capire con chi fossi al telefono. Però qualcosa quell’uomo deve avere intuito… Dallo specchietto ho visto che a un tratto ha cominciato ad agitarsi, il suo respiro era sempre più affannoso. Non era più tranquillo».

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Come è avvenuto l’arresto dell’aggressore

L’arresto è avvenuto così: «Il questore mi aveva già indicato come sarebbe avvenuto parlandomi, diciamo così, da collega a collega. Mi ha suggerito di dire a Pecorale che avevo finito la benzina, poi di fermarmi a una stazione di servizio, uscire alla svelta dall’auto e chiuderlo dentro», ha rivelato Vincenzo, che ha avuto piena fiducia nelle istituzioni. Ed è andata andata come pianificato: «Nel frattempo, percorrendo l’autostrada Adriatica, ero giunto alla stazione Metauro. Ho deviato, accostando al distributore. Sono uscito dal taxi facendo finta di iniziare il rifornimento ma in realtà bloccando Pecorale nell’abitacolo con la chiave automatica. Un istante dopo sono piombati gli agenti. Posso dirlo? Ma che bravi, che professionalità! Non era facile…». Non si sente un eroe, ma riceverà un encomio ufficiale alla «Festa della Polizia»: «Sono finito per caso in una situazione più grande di me e ho solo cercato di gestirla». Leggi anche l’articolo —> Sparatoria a Pescara, cliente spara al barista per aver atteso troppo: arrestato nella notte

 

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