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Italiani di Russia in vacanza a Venezia: «Noi vaccinati con Sputnik, senza Green Pass»

04/08/2021 08:50 - Aggiornamento 04/08/2021 08:54

Una situazione che ha dell’incredibile quella degli Italiani di Russia in ferie a Venezia. “Siamo in un limbo: vaccinati con Sputnik e quindi senza Green pass”, confessano a “TgCom24” con amarezza due imprenditori tornati nel Belpaese dopo mesi e mesi di pandemia. Dal 6 agosto saranno tagliati fuori da ristoranti, musei, teatri perché senza il certificato verde.

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Italiani di Russia in vacanza a Venezia: «Noi vaccinati con Sputnik, senza Green Pass»

C’è tanto disappunto nelle dichiarazioni che due imprenditori italiani, da anni a Mosca, Massimo Marengo e Riccardo Mosconi, in vacanza a Caorle (Venezia) con le rispettive mogli russe e figli, hanno affidato a Tgcom24. Entrambi hanno definito assurda la vicenda venutasi a creare: «Siamo tornati in Italia per rivedere i nostri cari, dopo un anno e mezzo di lontananza per colpa della pandemia, e subiamo un trattamento discriminatorio: l’Ue ha riconosciuto i pass dei sanmarinesi vaccinati come noi con Sputnik, ma non il QrCode russo con la doppia vaccinazione Sputnik. È vero che siamo al mare e che la vita si svolge all’aperto, ma siamo i cosiddetti orfani del Green pass e basterà un giorno di pioggia per rovinarci le ferie. Perché non si è pensato di sanare situazioni come le nostre? Siamo in tanti: come noi anche l’ambasciatore italiano in Russia». 

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«Lo Sputnik di San Marino sì, lo Sputnik della Federazione Russa no. Non voglio pensare a ragioni geo-politiche»

Merengo, imprenditore nel settore delle ceramiche, che da anni vive in Russia, ha sottolineato: «Resterò in Italia fino al 25 agosto e ora ci ritroviamo con queste limitazioni». Poi la precisazione a “TgCom24”: «Quando ho prenotato le vacanze a Caorle per me, mia moglie e mio figlio si parlava già di Green pass in Italia, ma non della data della sua entrata in vigore. Ora questa sorpresa, eppure abbiamo tutte le carte in regola per stare qui e frequentare i luoghi chiusi… e se anche riuscissi io con Immuni a scaricarmi il documento post-tampone, non riuscirebbe mia moglie che è cittadina russa». E ancora: «Sono favorevole senz’altro a questo lasciapassare, che a Mosca è entrato in vigore già  a fine giugno, ben prima dell’iniziativa dei francesi, dunque, e che ha permesso in due settimane di far raggiungere alla capitale russa il 60% di abitanti vaccinati, così da permettere alle autorità di toglierlo, ma c’è un bug organizzativo che va a penalizzare turismo ed economia. Senza che ci sia davvero un motivo: lo Sputnik di San Marino sì, lo Sputnik della Federazione Russa no. Non voglio pensare a ragioni geo-politiche», conclude Marengo, che si augura che questa “falla” nel sistema organizzativo italiano si risolva.

Versione simile quella di Mosconi, imprenditore di origini venete: «Io, mia moglie Svetlana e i mie tre figli resteremo in Italia fino a Ferragosto e anche un solo giorno di pioggia, dal 6 agosto in poi, diventerà per noi un grosso problema. Saremo tagliati fuori da tutto, non può ognuno di noi farsi un tampone a 70 euro ogni 48 ore. E ripeto, siamo tutti in regola, con le certificazioni in russo e in inglese: che ingiustizia». Leggi anche l’articolo —> Il Comitato di bioetica sul vaccino Covid agli adolescenti: “La scelta sia loro”

 

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