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Stato di emergenza, cosa cambia senza proroga: come l’Italia tornerà alla normalità

10/02/2022 09:31 - Aggiornamento 10/02/2022 09:37

La curva dei contagi in calo e la riduzione del numero dei pazienti ricoverati nei reparti ordinari e in intensiva spingono il governo ad assumere nuove decisioni per far fronte alla pandemia. Mano mano, l’Italia dovrebbe tornare alla tanto agognata normalità. Tanto per cominciare da domani, 11 febbraio 2022, il Paese dirà addio alle mascherine all’aperto. Secondo indiscrezioni che arrivano direttamente da Palazzo Chigi il premier Mario Draghi non è neppure intenzionato a prolungare lo stato d’emergenza, il cui termine è fissato al 31 marzo. Incertezze invece permangono sul Green Pass, che potremmo salutare probabilmente a luglio prossimo.

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Stato di emergenza, cosa cambia senza proroga: come l’Italia tornerà alla normalità

“Siamo in un tempo nuovo del Covid. Stiamo iniziando ad affrontare questa fase, già alcune scelte vanno in questa direzione. Quella sulle scuole per esempio, che è stata molto rilevante. L’auspicio è che i numeri migliorino, ma c’è bisogno ancora di prudenza, di cautela. Passi troppo lunghi potrebbero metterci in difficoltà”, ha detto il ministro alla Salute Roberto Speranza. Il governo Draghi deciderà in base ai dati, come ha fatto finora. E saranno tante le scelte da prendere: l’esecutivo potrebbe mandare in soffitta già in primavera lo smart working e liberarsi del certificato verde. L’obbligo del Green Pass base per accedere ai negozi, salvo quelli di prima necessità, contenuto tra l’altro nell’ultimo dpcm, potrebbe essere il primo provvedimento a cadere. Oggi serve sostanzialmente in tutti i negozi tranne per recarsi in banca e negli uffici postali per i quali dall’1 febbraio è necessario almeno l’esito negativo di un tampone. Fino a giugno potrebbe invece restare l’obbligo per gli over 50 di avere il Super Green Pass per lavorare.

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Il governo valuterà in base ai dati

Anche l’obbligo di Super Green Pass per accedere a mezzi di trasporto, bar, ristoranti, cinema, teatri, musei, siti culturali verrebbe meno il prossimo 31 marzo ma la proroga, almeno per tutti i siti al chiuso, sembra scontata. Ci vorrà forse l’estate per annullare questo provvedimento con cui stiamo facendo i conti dallo scorso autunno. Stesso discorso per le mascherine al chiuso: rumors parlavano di luglio 2022 come data per l’addio. Fino al 31 marzo è concesso anche il congedo parentale straordinario, indennizzato al 50%, per i lavoratori autonomi e dipendenti genitori di un figlio sotto i 14 anni, o disabile, positivo al coronavirus, in quarantena oppure al quale sia stata comunque sospesa la didattica in presenza. Ma con la mancata proroga dello stato d’emergenza non lasceremo solo lo smart working. Come spiega «La Repubblica» in un articolo uscito stamani scadranno il Cts (sempre meno coinvolto da Draghi, che ha scelto come punto di riferimento il professor Locatelli) e la struttura commissariale guidata dal generale Francesco Figliuolo. Quest’ultimo, dal momento che la campagna vaccinale deve proseguire, resterà senza dubbio. Leggi anche l’articolo —> Caro bollette, Draghi annuncia “intervento di ampia portata”: si parla di 7 miliardi di euro

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