La strage di Nuoro ha scosso l’Italia intera: Roberto Gleboni, operaio forestale e sindacalista di 52 anni, ha ucciso la moglie Maria Giuseppina Massetti (43 anni), la figlia Martina (25 anni), il figlio Francesco (10 anni) e il vicino di casa Paolo Sanna (69 anni), usando una pistola calibro 7.65. Ha inoltre ferito gravemente un altro figlio di 14 anni e la madre, Maria Esterina Riccardi, di 84 anni. La follia omicida si è consumata nella casa della famiglia a Nuoro, lasciando la comunità in uno stato di profonda incredulità e sgomento. Gli inquirenti, tra cui i sostituti procuratori Riccardo Belfiori e Sandra Piccicuto, stanno ora indagando per ricostruire i motivi che hanno portato un uomo apparentemente tranquillo a compiere una strage di tale portata. Le indagini puntano a far luce su questa tragedia assurda che ha visto crollare una famiglia intera, vediamo gli ultimi sviluppi.
L’espianto degli organi fallito su Francesco
La strage di Nuoro ha avuto anche un ulteriore dramma: mentre era in corso la procedura per l’espianto degli organi, l’operazione è riuscita solo sul vicino Paolo Sanna, ma non sul piccolo Francesco. Durante la notte, prima che fossero concluse le procedure, il cuore del bambino si è fermato, impedendo il prelievo degli organi. Questo episodio ha gettato ulteriore dolore su una vicenda già straziante. (Continua a leggere dopo la foto)
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Strage di Nuoro: i possibili motivi e le tensioni coniugali
Il possibile movente della strage di Nuoro potrebbe essere stato il rapporto complicato tra Gleboni e la moglie, che sembra fossero prossimi alla separazione. Diverse testimonianze raccolte dagli inquirenti hanno evidenziato come i due coniugi vivessero un rapporto turbolento. La nascita della prima figlia, quando Maria Giuseppina era ancora minorenne, aveva scatenato tensioni con la famiglia di lei, in particolare con il suocero, che però è stato risparmiato dalla furia omicida di Gleboni. Inoltre, ci sono pareri discordanti sulla personalità di Roberto Gleboni. Se da un lato molti vicini lo descrivono come un uomo tranquillo e disponibile, altri hanno un’opinione differente: “Era una persona autoritaria, spesso urlava e a volte sembrava prepotente e quasi esaltato. Era possessivo e aveva una mania di controllo smodata, soprattutto nei confronti della moglie e dei figli”, ha raccontato una vicina. Nonostante ciò, non risultano precedenti denunce o segnalazioni per comportamenti violenti all’interno della famiglia. (Continua a leggere dopo la foto)
Un’intera comunità sconvolta
La strage di Nuoro lascia tanti interrogativi su ciò che abbia realmente scatenato l’ira omicida di Gleboni e come sia potuto giungere a compiere un gesto così estremo. Una famiglia distrutta, una comunità in lutto e un dolore profondo che si riflette in ogni angolo della città, mentre le indagini proseguono per dare delle risposte a questa tragedia che sembra ancora priva di spiegazioni razionali.