Ha chiuso lo scorso 28 dicembre per le festività natalizie senza più riaprire la storica libreria Paravia di piazza Arbarello a Torino. Un annuncio che ha lasciato l’amaro in bocca ad alcuni clienti, i più affezionati, che hanno ricevuto la notizia in anteprima. “Alcuni hanno pianto”, hanno confessato le sorelle Nadia e Sonia, che avevano ereditato quell’attività dal padre. Poi la comunicazione ufficiale tramite social: è stato Facebook ad accogliere le parole un po’ commosse delle proprietarie.
Torino, chiude la storica libreria Paravia: la seconda più antica d’Italia
«La foto che abbiamo postato il 28 dicembre ritrae il volto sorridente dei nostri ultimi clienti del 2019, ma, e siamo qui ad annunciarlo, anche della storia della nostra libreria. – hanno scritto nero su bianco le due sorelle – Abbiamo ereditato da nostro papà questo affascinante mestiere e abbiamo investito tutte le nostre energie per cercare di farlo nel miglior modo possibile». Nel ringraziare clienti, agenti, autori, distributori ed editori, «che ci hanno dato fiducia e che hanno dato più valore alla nostra parola che ad una fideiussione bancaria», le titolari della storica libreria Paravia non hanno dimenticato «mariti e figli che spesso hanno dovuto rinunciare alla nostra presenza». L’ultimo pensiero per la mamma «che ci ha sostenuto moralmente ed economicamente aspettando silenziosamente che trovassimo la forza di dire basta».
«Il problema non è il commercio online, che c’è sempre stato, ma Amazon»
Un’attività, quella della libreria Paravia di Torino, nata nel lontanissimo 1802, non a caso la seconda libreria più antica d’Italia. Un’attività che, però, paga il prezzo dell’essere «librerie indipendenti: i ricavi – spiega Sonia Calarco – coprivano a malapena i costi, non era più sostenibile». Tutta colpa del colosso statunitense: «Quando abbiamo dovuto spostarci da via Garibaldi, – prosegue la titolare – si è ridotto il passaggio di clienti attirati dalla vetrina, ma questo ha accelerato un processo che sarebbe avvenuto in ogni caso. – precisa – Gradualmente negli anni i clienti sono diminuiti».
Il motivo? «Lo conoscono tutti: è Amazon. Il problema non il commercio online, che c’è sempre stato, ma Amazon che prima ha attirato i clienti solo con sconti esagerati, poiché in Italia manca una legge che tuteli i librai, e poi li ha abituati ad avere i prodotti a casa in tempi rapidissimi e con un assortimento incredibile». Abbassare la saracinesca su quel profumo di libri stampati l’unica possibilità: «L’alternativa era affiliarsi a un franchising – hanno spiegato – ma è stata una scelta che non ci appartiene».