Fratelli d’Italia raddoppia (e supera) il partito di Silvio Berlusconi: secondo gli ultimi sondaggi politici realizzati da SWG per il Tg di La7, la vera sorpresa è il partito di Giorgia Meloni. In due anni, infatti, è passato dal 4,3% al gravitare intorno al 14%: non si può che definirlo un grande successo. Per il resto, la Lega si mantiene prima con il 26,3% delle preferenze, seguita dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle. Una classifica che non si modifica da ormai parecchi mesi.
Ultimi sondaggi politici, le percentuali dei partiti
Ecco le percentuali che i partiti raccoglierebbero se domani i cittadini fossero chiamati al voto, secondo gli ultimi sondaggi politici realizzati da Swg:
- Lega: 26,3 % (-0,2%)
- Partito Democratico: 19,8% (+0,5%)
- Movimento 5 Stelle: 16,0% (+0,4%)
- Fratelli d’Italia: 13,9% (-0,3%)
- Forza Italia: 6,2% (+0,2%)
- Sinistra It./MDP Art. 1: 3,8% (+0,2%)
- Azione: 3,1% (-0,2%)
- Italia Viva: 3,0% (0,0)
- +Europa: 2,1% (-0,3%)
- Verdi: 1,8% (-0,1%)
- Cambiamo!: 1,3% (+o,1%)
- Altra lista: 2,7% (-0,3%)
- Non si esprime: 38% (+1%)
Il quadro è chiaro e lo conosciamo già: la Lega è e rimane radicata al primo posto. Nonostante lo 0,2% in meno, con il suo 26,3% ancora non ha rivali. Lo insegue, o almeno ci prova, il Partito Democratico, che anche se guadagna lo 0,5% questa settimana rimane comunque piuttosto lontano, fermo sotto la soglia del 20% (19,8%). Subito dopo si posiziona il Movimento 5 Stelle, che con un +0,4% riesce a superare di nuovo l’agguerrito Fratelli d’Italia e torna al terzo posto in classifica con il 16% delle intenzioni di voto. Il partito di Giorgia Meloni, che continua a crescere, si guadagna il 13,9% dei consensi, e così raddoppia il suo alleato Forza Italia, che anche se negli ultimi sette giorni ha conquistato uno 0,2% in più, si ferma al 6,2%.
Per quanto riguarda i partiti più piccoli, ad avere il punteggio migliore è Azione con il 3,1%. Sulla soglia di sbarramento si ferma anche Italia Viva di Matteo Renzi, con il suo 3,0% invariato rispetto a sette giorni fa. Successivamente troviamo +Europa con il 2,1% delle intenzioni di voto, i Verdi con l’1,8% e Cambiamo! con l’1,3%. Amplia la platea di chi non si esprime: 38%.
Ultimi sondaggi politici, la suddivisione dei voti
Secondo la rilevazione effettuata da Swg, oggi il partito di Matteo Salvini cresce in particolare nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 23 anni. Al contrario, dal 2018 il Partito Democratico non riesce ad attrarre nuovi consensi, e infatti gravita sempre attorno al 20%, punto più e punto meno. In particolare, si è osservato che calano le preferenze nei confronti del Partito Democratico al Nord: in Lombardia, Piemonte e Liguria, negli ultimi due anni, è passato dal 21,7% al 17,8%. In Trentino e in Veneto, dal 17,2% al 14%. Soprattutto, il PD ha perso credibilità di fronte ai giovani che fanno parte di quella fascia d’età che si avvicina alla Lega: dal 21,5% del 2018 è arrivato al 14% nel 2020.
Così come il PD, anche l’altro alleato della maggioranza, il Movimento 5 Stelle, ha perso al Nord e al Centro, principalmente in Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Il calo si può dire sia iniziato nel 2019, e a oggi il M5S ha un peso più o meno significativo solamente al Centro e al Sud. In Lombardia, in Piemonte e in Liguria, per esempio, dal 18,4% dei consensi è arrivato al 7,5%. Non si può dire lo stesso, invece, di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che, con una crescita clamorosa, in due anni da registrare il 4,3% è riuscito a conquistare quasi il 14% delle intenzioni di voto.
E l’aumento è avvenuto in modo omogeneo dal Nord al Sud della Penisola: in Lombardia, Piemonte, Liguria è passato dal 2,6% di due anni fa al 13,4%. In Emilia-Romagna, Umbria, Marche dal 3,5% al 14,1% e al Sud: 2,4% al 15,6% di oggi.
Scenario politico
Sicuramente l’aumento dei consensi registrato questa settimana nei confronti della maggioranza, sia del Partito Democratico che del Movimento 5 Stelle, è dovuto all’accordo che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è riuscito a firmare al tavolo europeo. Un contratto senza precedenti, che ha portato l’Italia a essere il Paese dell’Unione a riceve il maggior numero di fondi per poter affrontare la crisi economica attesa per l’autunno. E per sanare quella sanitaria che ha messo in ginocchio la Penisola (e il mondo intero) a partire dalla fine dello scorso gennaio. Ora l’Italia, e tutti gli altri membri dell’Ue, sono chiamati a presentare il piano economico con cui hanno intenzione di utilizzare i fondi ricavati dal Recovery Fund. Sarà l’Europa però a decidere se i programmi sono in linea con gli interessi dell’Unione oppure no.
Come abbiamo sempre detto, non è tutto oro ciò che luccica. E addirittura se l’Unione europea decidesse che il programma presentato dall’Italia non è all’altezza, i fondi potrebbero essere bloccati. Per questo si può dire che ora il gioco si fa davvero duro: Conte ha portato a casa una battaglia, ora bisogna vincere la guerra e rimettere in piedi il Paese.
Mentre molti gridavano all’ “accordo storico” raggiunto, poi, altri si sono accorti che se da un lato sono state stanziate importanti risorse per far fronte all’emergenza Coronavirus, dall’altro sono stati effettuati pesanti tagli alle iniziative comprese nel prossimo Quadro finanziario pluriennale, il bilancio a lungo termine dell’Union europea. Tra questi, in particolare, sono stati ridotti i fondi destinati al programma di ricerca scientifica in Ue. >>Tutti gli ultimi sondaggi elettorali