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Vaccino anti covid: l’Ue butta 55 milioni di dosi invece che donarle ai Paesi poveri

18/02/2022 13:07

E’ arrivato il momento di sbloccare i brevetti del vaccino anti Covid e di iniziare a permettere la produzione locale anche nei Paesi più poveri. Soprattutto perché l’Europa non si sta assolutamente impegnando a fornire assistenza, per esempio, all’Africa. Anzi: dall’inizio dell’anno gli sono state donate solamente 30 milioni di dose. Un numero nettamente inferiore a quello che l’Europa si vedrà costretta a buttare presto per via dei vaccini in scadenza: 55 milioni di dosi. A denunciarlo sono la Oxam e la Emergency, che chiedono maggiore generosità da parte dell’Europa nei confronti del continente africano.

covid dosi booster

Vaccino anti covid, dosi buttate invece che donate

L’Unione europea, oggi maggior esportatore di vaccini al mondo, ha portato oltre il Mediterraneo solamente l’8% delle dosi vendute. BioNTech, l’azienda tedesca partner di Pfizer, ha venduto ai Paesi africani solamente l’1% delle dosi prodotte. E questo nonostante in Africa, attualmente, risulti essere stata vaccinata l’11% della popolazione. Nonostante ci siano stati almeno 250 mila morti causa Covid dall’inizio dell’anno. Parliamo di circa 7mila persone al giorno. Di fatto, quindi, l’Unione europea ha concentrato esclusivamente la sua esportazione verso i Paesi ricchi, così da riuscire a ricavarne un maggiore prodotto.

“Nonostante la retorica di una relazione speciale con l’Africa, l’Unione europea ha dato la priorità alla vendita di dosi prodotte in Europa ai Paesi ricchi, in grado di pagare prezzi esorbitanti, facendo prevalere unicamente la logica del profitto delle case farmaceutiche”, hanno infatti sottolineato Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia e Rossella Miccio, presidente di Emergency.

L’Ue continua ad anteporre gli interessi delle case farmaceutiche all’obiettivo di salvare vite in Africa. Sono le aziende produttrici ad avere ancora l’ultima parola” hanno aggiunto poi Albiani e Miccio. La Germania, per esempio, ha incassato 3,2 miliardi di euro di entrate fiscali da BioNTech che, insieme a Pfizer, aveva già ricevuto 2,5 miliardi di dollari dai contribuenti ancora prima di riuscire a ottenere l’autorizzazione dell’utilizzo dei vaccini in fase di emergenza. Nemmeno l’obiettivo dell’iniziativa Covax dell’Organizzazione mondiale della sanità è andato a segno. Si erano imposti di riuscire a vaccinare il 20% della popolazione dei Paesi più poveri entro il 2021, ma chiaramente la realtà racconta una verità diversa. A oggi, infatti, Covax ha consegnato solo 1,18 miliardi di dosi delle 2 miliardi promesse. E intanto milioni di dosi vengono buttate perché portate a scadenza. >> Tutte le notizie di UrbanPost

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