L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha approvato l’estensione dell’uso del vaccino Covid-19 di BioNTech-Pfizer per i bambini di 5 e 11 anni. Per loro «la dose di Comirnaty sarà inferiore a quella utilizzata nelle persone di età pari o superiore a 12 anni. 10 microgrammi rispetto a 30 microgrammi). Come nel gruppo di età più avanzata, viene somministrato con due iniezioni nei muscoli della parte superiore del braccio, a distanza di tre settimane”, spiega l’Ema in una nota. Una decisione che era attesa tra oggi e domani. Adesso si aspetta il via libera dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che potrebbe arrivare “entro 24 ore” come aveva anticipato il presidente Palù, che è anche membro del Cts. Al «Corriere della Sera» l’esperto aveva chiarito il rapporto “rischi-benefici” della vaccinazione nei più piccoli.
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Vaccino Pfizer nei bambini 5-11 anni: efficacia, effetti collaterali e sicurezza
Che cosa dicono gli studi sull’efficacia del vaccino Pfizer sui bambini? Perché bisogna vaccinare anche i più piccoli? È vero che i test sono stati svolti troppo velocemente? Quali sono gli effetti indesiderati? In una lunga intervista a «Il Corriere della Sera» il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco ha sottolineato che il vaccino Pfizer-BioNTech è «sicuro, ben tollerato». «Il vaccino scatena una forte risposta immunitaria nei bambini di questa fascia d’età, comparabile a quella dei ragazzi tra i 16 e i 25 anni. L’efficacia per prevenire la malattia si è attestata al 90,7%», ha affermato il professor Palù. Dosaggio diverso per i già piccoli: «Nei bambini tra 5 e 11 anni sono risultati sufficienti 10 microgrammi, un terzo della quantità attualmente offerta agli over 12 e agli adulti sempre con doppia dose a distanza di tre settimane l’una dall’altra».
C’è un motivo e lo ha spiegato lo stesso Palù: «A dosi più elevate, i ricercatori hanno osservato una maggior frequenza di effetti collaterali (seppure lievi): febbre, mal di testa e stanchezza. Nei bambini sotto i 5 anni, dai primi studi, sembra che bastino invece 3 microgrammi, un decimo della dose standard. La fiala del preparato per i bambini avrà un cappuccio arancione (per gli adulti è viola) per scongiurare errori di somministrazione. Inoltre le fiale saranno etichettate ‘solo per bambini’».
Quali effetti indesiderati può avere il vaccino anti Covid negli Under 12?
Quali effetti indesiderati può avere il vaccino anti Covid negli Under 12? «Gli effetti collaterali nei bambini ricalcano quelli visti tra adulti: fastidio nella sede di infezione, stanchezza, un po’ di febbre. Molti non hanno avuto alcun effetto collaterale. Nello studio di fase 3 non si sono registrate pericarditi o miocarditi post vaccino, ma il numero della sperimentazione era limitato. Tuttavia la Casa Bianca al 10 novembre ha stimato che quasi un milione di bambini era stato vaccinato (all’epoca) e non si sono verificati effetti collaterali importanti», ha affermato il presidente Palù. A chi dice che i test sono stati fatti troppo velocemente, il virologo si è sentito di rispondere così: «I protocolli di sicurezza sono stati rispettati tuttavia con un’emergenza sanitaria globale è stato necessario raccogliere dati più rapidamente quindi l’arruolamento, la raccolta dati, la revisione sono state tutte fasi più rapide perché sono state continue».
Perché è necessario vaccinare i bambini?
Ma perché è necessario vaccinare i bambini? «Come noto, i bambini hanno un rischio basso di ammalarsi seriamente di Covid. Ma una piccola percentuale sviluppa la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C), potenzialmente pericolosa In Italia da inizio pandemia si sono verificati 239 casi. Anche i bambini possono comunque finire in ospedale attaccati all’ossigeno a causa della polmonite da Covid», ha detto Palù. Non solo: «Altri ragazzi soffrono di long Covid e presentano sintomi persistenti per mesi. Il vaccino ha una funzione preventiva: il virus se muta potrebbe diventare pericoloso anche per i più piccoli. Se lasciamo Sars-CoV-2 libero di replicarsi, aumenterà la capacità di dare origine a nuove varianti». Per il presidente dell’Aifa, il quadro dell’epidemia sta cambiando in Italia: «Se prima il 2% dei bambini contraevano l’infezione con la variante Alfa oggi stiamo arrivando al 25-30%. I dati dell’epidemia ci stanno dicendo che la categoria da 4 a 11 anni è quella che presenta il maggior numero di casi incidenti. Ci sono bambini ricoverati che non hanno patologie concomitanti, ci sono dei bambini che sviluppano una sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C), cioè su vari organi», ha affermato l’esperto. Leggi anche l’articolo —> Ema approva il vaccino Pfizer per i bambini fra i 5 e gli 11 anni