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Vaia: “Il Covid sta diventando un virus stagionale”, gli ultimi studi sulla variante Omicron

07/01/2022 10:01 - Aggiornamento 07/01/2022 10:11

«A questo punto serve fare chiarezza e non lanciare allarmi sui numeri dei contagi degli ultimi giorni. Nella storia delle malattie infettive, eccetto per i virus simil influenzali, non c’è mai stata un’incidenza così alta. E se non avessimo messo in campo un muro, costituito dalla protezione forte dei vaccini contro il Covid, oggi assisteremmo a una strage». Comincia così l’intervista del direttore sanitario dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Francesco Vaia al «Corriere della Sera». È innegabile però che gli ospedali oggi siano in affanno e che la quarta ondata abbia portato con sé un elevato computo di positivi (che fino a due settimane fa non ci si aspettava)«Più aumentano i numeri assoluti dei contagiati, maggiore è la possibilità che qualcuno venga ricoverato. L’ospedalizzazione e la letalità elevate poi sono frutto di vari fattori, tra cui certamente la residua presenza di Delta, più patogena di Omicron», ha spiegato l’esperto.

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Vaia: “Covid sta diventando un virus stagionale”, gli ultimi studi sulla variante Omicron

A Claudia Salvatori il professor Vaia ha illustrato le caratteristiche della variante Omicron e cosa sappiamo della mutazione: «Studi in vivo e in vitro, come per esempio il recente lavoro di Michael Diamond e altri della Washington university, confermano quanto osservato dallo Spallanzani in collaborazione con il Sudafrica, ovvero che Omicron è poco patogena e presenta un’attenuazione della malattia. E non solo: quasi l’80% dei contagiati da Omicron è pauci o asintomatico. Tanto che all’Inmi la maggior parte li trattiamo negli ambulatori e non ci sono ospedalizzati». Chi è il malato tipo ricoverato in questo momento? «L’identikit del ricoverato di oggi allo Spallanzani è costituito da non vaccinati, o immunizzati con seconda dose da più di 5 mesi. Con un rapporto di 90 a 10 in reparto ordinario e 96 a 4 in terapia intensiva». Vaia ha spiegato anche che c’è pure qualcuno con la terza dose: «Ma è l’eccezione che conferma la regola specie sui grandi numeri. E magari si tratta di fragili». Nell’intervista spazio anche per una bella notizia«Il virus sembra avere sempre più i connotati di una malattia stagionale endemica. Il virus non sta più prendendo i polmoni, ma si sta fermando alle prime vie aeree, come le più comuni patologie respiratorie».

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Ci sarà una quinta ondata?

A proposito della possibilità di una quinta ondata il direttore sanitario Francesco Vaia«Non so dire se ci sarà, ma adesso abbiamo la capacità di far fronte alle ondate della pandemia con nuovi strumenti. Abbiamo i vaccini, gli anticorpi monoclonali e la nuova pillola in sperimentazione allo Spallanzani». Sulla strategia messa in campo dal governo Draghi per contenere gli effetti di Omicron l’esperto ha detto: «Da tempo sostengo che occorre allargare la fascia dell’obbligo vaccinale. Ma più che guardare all’anagrafe, secondo me bisogna guardare ai ruoli nella società: chi lavora a contatto con il pubblico deve essere protetto. Così come i ragazzi che fanno sport e hanno una vita sociale, compresi i professionisti che non vanno fermati come contatti se non sono sintomatici. Come già accade in America». Leggi anche l’articolo —> Covid oggi 15.295 ricoverati (+502), 219.441 nuovi casi e 198 morti: il bollettino 

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