«A questo punto serve fare chiarezza e non lanciare allarmi sui numeri dei contagi degli ultimi giorni. Nella storia delle malattie infettive, eccetto per i virus simil influenzali, non c’è mai stata un’incidenza così alta. E se non avessimo messo in campo un muro, costituito dalla protezione forte dei vaccini contro il Covid, oggi assisteremmo a una strage». Comincia così l’intervista del direttore sanitario dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Francesco Vaia al «Corriere della Sera». È innegabile però che gli ospedali oggi siano in affanno e che la quarta ondata abbia portato con sé un elevato computo di positivi (che fino a due settimane fa non ci si aspettava): «Più aumentano i numeri assoluti dei contagiati, maggiore è la possibilità che qualcuno venga ricoverato. L’ospedalizzazione e la letalità elevate poi sono frutto di vari fattori, tra cui certamente la residua presenza di Delta, più patogena di Omicron», ha spiegato l’esperto.
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Vaia: “Covid sta diventando un virus stagionale”, gli ultimi studi sulla variante Omicron
A Claudia Salvatori il professor Vaia ha illustrato le caratteristiche della variante Omicron e cosa sappiamo della mutazione: «Studi in vivo e in vitro, come per esempio il recente lavoro di Michael Diamond e altri della Washington university, confermano quanto osservato dallo Spallanzani in collaborazione con il Sudafrica, ovvero che Omicron è poco patogena e presenta un’attenuazione della malattia. E non solo: quasi l’80% dei contagiati da Omicron è pauci o asintomatico. Tanto che all’Inmi la maggior parte li trattiamo negli ambulatori e non ci sono ospedalizzati». Chi è il malato tipo ricoverato in questo momento? «L’identikit del ricoverato di oggi allo Spallanzani è costituito da non vaccinati, o immunizzati con seconda dose da più di 5 mesi. Con un rapporto di 90 a 10 in reparto ordinario e 96 a 4 in terapia intensiva». Vaia ha spiegato anche che c’è pure qualcuno con la terza dose: «Ma è l’eccezione che conferma la regola specie sui grandi numeri. E magari si tratta di fragili». Nell’intervista spazio anche per una bella notizia: «Il virus sembra avere sempre più i connotati di una malattia stagionale endemica. Il virus non sta più prendendo i polmoni, ma si sta fermando alle prime vie aeree, come le più comuni patologie respiratorie».
Ci sarà una quinta ondata?
A proposito della possibilità di una quinta ondata il direttore sanitario Francesco Vaia: «Non so dire se ci sarà, ma adesso abbiamo la capacità di far fronte alle ondate della pandemia con nuovi strumenti. Abbiamo i vaccini, gli anticorpi monoclonali e la nuova pillola in sperimentazione allo Spallanzani». Sulla strategia messa in campo dal governo Draghi per contenere gli effetti di Omicron l’esperto ha detto: «Da tempo sostengo che occorre allargare la fascia dell’obbligo vaccinale. Ma più che guardare all’anagrafe, secondo me bisogna guardare ai ruoli nella società: chi lavora a contatto con il pubblico deve essere protetto. Così come i ragazzi che fanno sport e hanno una vita sociale, compresi i professionisti che non vanno fermati come contatti se non sono sintomatici. Come già accade in America». Leggi anche l’articolo —> Covid oggi 15.295 ricoverati (+502), 219.441 nuovi casi e 198 morti: il bollettino