La figlia del vigilante Franco Della Corte, ucciso a Napoli nel 2018, si è laureata in Giurisprudenza con 110 e Lode. La tesi, la figlia Marta l’ha sviluppata sul dolo eventuale e colpa cosciente nei delitti di omicidio, motivata dall’esperienza vissuta in tribunale per il processo per l’omicidio di suo padre. Marta Della Corte fatica un poco a credere nella giustizia dopo le continue offese subite dalla famiglia della vittima. Ma continua a mantenere la promessa a suo padre, e continua a credere che nel mondo esista la giustizia, come scriveva a ottobre su Facebook e come riporta Fanpage.it.
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Franco, il vigilante ucciso a Napoli nel 2018
Franco Della Corte venne ucciso a 51 anni nel marzo del 2018. Tre minorenni napoletani lo aggredirono fuori della metropolitana di Piscinola per rubargli la pistola. Per Luigi Carrozza, Kevin Ardis e Ciro Urgillo la condanna era inizialmente di 16 anni e 6 mesi. Lo scorso ottobre, la Corte di Appello per i Minorenni di Napoli ha concesso una riduzione della pena di due anni per tutti e tre gli imputati. A motivare la riduzione è stata l’esclusione dell’aggravante della crudeltà. L’aggravante era stata inizialmente ipotizzata perché i tre giovani criminali avevano aggredito il vigilante violentemente alla testa con il piede di un tavolo di legno trovato in un cassonetto.
La laurea in onore del padre
Marta, suo fratello Giuseppe e tutta la famiglia oggi festeggiano la laurea di Marta in Giurisprudenza, ma il pensiero non può che andare a papà Franco, che non potrà essere vicino a Marta come ha sempre fatto. Credere nella giustizia è forse un po’ difficile, perché la famiglia del vigilante assassinato ha continuato ad essere offesa per due anni, a partire dall’omicidio di Franco Della Corte. Nel corso dei due scorsi anni, i permessi ottenuti durante il programma di recupero da uno dei tre giovani avevano suscitato polemiche: il ragazzo aveva festeggiato i suoi 18 anni, celebrati con foto e video sui social, e aveva addirittura sostenuto un provino con una squadra di calcio.
A luglio, la Cassazione aveva annullato le sentenze per i tre giovani. E ad ottobre, infine, la riduzione della pena. Tuttavia, la sua laurea, Marta la dedica al padre, che l’ha motivata in tutto questo tempo per raggiungere brillantemente il suo obiettivo: “Non posso credere che in questo mondo non esista giustizia. Io l’ho promessa a papà”, scriveva su Facebook ad ottobre Marta. >> Tutte le news