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Vittorio Feltri, l’editoriale su Genovese: “La ragazza stuprata è stata ingenua”

24/11/2020 12:06 - Aggiornamento 24/11/2020 12:14

E’ di nuovo Vittorio Feltri Show. Non è chiaro se il direttore di Libero lo faccia per provocare, o se certe cose le pensi per davvero. E’ sicuro però che a meno di 24 ore dalla giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne le sue parole risultano non solo fuori luogo, ma una vera e propria offesa. Feltri ha scelto di intitolare il suo editoriale così: “La ragazza stuprata da Genovese è stata ingenua“. E in un batter d’occhio, ci troviamo di nuovo a dover discutere della colpevolizzazione della vittima, di un victim blaming che legittima, ancora una volta, tutti coloro che di fronte a uno stupro hanno il coraggio di chiedere com’era vestita la ragazza. Di dire che “se l’è andata a cercare”. E di non riconoscere che non esiste nessuna legittimazione a una violenza.

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vittorio feltri

Vittorio Feltri: “Ingenua la ragazza stuprata da Genovese”

“Su Alberto Genovese, napoletano trapiantatosi a Milano e qui arricchitosi smodatamente dopo gli studi bocconiani, ha già scritto abbondantemente il nostro ottimo Filippo Facci, pertanto non ho molto da aggiungere. Posso solo fare una chiosa, visto che della vicenda non si smette più di parlare. Come fosse una novità che i drogati vanno fuori di testa e ne combinano di ogni colore. Il signorino di cui trattiamo consumava cocaina a strafo***re e spesso la sera, per vincere la noia, organizzava nel proprio lussuoso attico dei festini con amici e soprattutto amiche che si concludevano con grandi performance gastrosessuali“, scrive Feltri. Un vero e proprio stupro durato oltre venti ore ridotto in “performance gastrosessuali”.

E di chi è la colpa? Ovviamente della ragazza, che se fosse stata a casa con i suoi genitori a guarda la televisione, quella sera, si sarebbe risparmiata tutto questo. Certo, perchè “se vai nella tana del lupo”… Beh no. No perchè Genovese non è un lupo. Genovese è un essere umano, una persona, e in quanto tale risponde alle sue azioni. Quello che ha fatto non è “una bravata” dovuta alla troppa droga. E’ un reato. Non c’è altro modo di definirlo. Niente lo ha legittimato a drogare e violentare una diciottenne.

Feltri

Vittorio Feltri, l’emblema di una società patriarcale

Così Vittorio Feltri si è vestito di nuovo dall’emblema della società patriarcale che manipola l’Italia. E lo ha fatto con la consapevolezza di riuscire a far discutere, di creare dello scompiglio, di provocare. Ma ben venga l’indignazione di fronte a certe parole che mai dovrebbero risultare normali. “Ciò che fa schifo della sua condotta è l’abuso della micidiale polverina bianca, notoriamente devastante sul cervello di chi ce l’ha piccolo e poco funzionante”. Insomma, non tanto lo stupro, più che altro la droga. “Che bisogno aveva di ricorrere allo stupro per impossessarsi di una ragazza bella e giovane, dopo averla intontita con sostanze stupefacenti? Ciò è incomprensibile sul piano logico”, dice Feltri. Impossessarsi: ancora una volta ritornano i termini tipici di una mascolinità, appunto, possessiva, in cui l’uomo è il cacciatore e la donna la preda. Una preda da conquistare e gestire a piacimento.

“Dicono che sia andato avanti tutta la notte a violentare Michela”. “Dopo che hai penetrato la fanciulla non sei soddisfatto? Nossignori. Vai avanti fino all’alba. Ammazza che forza. Sei un uomo o un riccio?“, si chiede Feltri, quasi a definirlo un supereroe.

Il simbolo di un sistema in cui non si riconosce la vittima

Quanto alla povera Michela mi domando: entrando nella camera da letto dell’abbiente ospite, cosa pensava di andare a fare, recitare il rosario? Non ha sospettato che a un certo punto avrebbe dovuto togliersi le mutandine senza pensare a quando avrebbe potuto rimettersele? Sarebbe stato meglio rimanere alla larga da costui. Che adesso la vedrà brutta o non la vedrà per anni, perchè sarà condannato”. “Avrebbe dovuto togliersi le mutande”, scrive il direttore di Libero. Proprio come un atto implicito, perchè è ovvio che si ti trovi lì, è solo per quello. Insomma: oltre a essere violentata per ore e ore, la ragazza deve anche subire l’accanimento mediatico dell’essere trasformata da vittima in carnefice. E’ ovvio che sia un problema sociale radicato, questo.

Ma non dovrebbe essere proprio la stampa in primis a dare le notizie in un modo più corretto, a lanciare il messaggio che niente giustifica un uomo a violentare una donna? Evidentemente per Vittorio Feltri no. >>Tutte le notizie di UrbanPost

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