Sono Sardegna e Calabria le Regioni osservate speciali per il passaggio in zona gialla a partire da lunedì 6 settembre. Dopo la Sicilia, prima regione a perdere lo status di zona bianca alla fine di agosto, potrebbe toccare all’altra grande isola, che in settimana ha registrato dati di occupazione dei reparti ospedalieri a rischio. Anche per la Calabria il monitoraggio Iss di oggi, 3 settembre, potrebbe riservare sorpese.
Sardegna zona gialla
La Sardegna ha già numeri da zona gialla. Il 15% dei posti letti nell’area medica sono occupati (240 unità), mentre le terapie intensive sono riempite al 13%. Per restare in zona bianca questo dato non dovrebbe superare il 10%. Inoltre, anche l’altro parametro, non fondamentale ma con incidenza importante, ovvero quello dei nuovi contagi, è stato superato: tra il 23 e il 29 agosto si sono registrati 137,38 casi ogni 100mila abitanti. Il limite da non superare per restare in zona bianca è 50 su 100mila.
Calabria zona gialla
Anche per la Calabria i numeri non sono confortanti. Da giorni infatti qui i posti occupati in terapia intensiva sono al 9% (a un punto percentuale dalla soglia del 10%), mentre in area medica il dato è cresciuto fino al 18% (e la soglia è fissata al 15%). Le province con più contagi sono Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia e Cosenza.
Si ricorda che anche per le zone gialle le misure restrittive relative agli spostamenti sono decadute: si può andare dove si vuole e all’orario che si vuole, il coprifuoco non esiste più dal 21 giugno. Lo stesso vale per le attività: tutte aperte tranne le discoteche (come in zona bianca). La regola più importante che ritorna con la zona gialla è la mascherina obbligatoria ovunque, anche all’aperto. La seconda differenza tra zona bianca e gialla riguarda i servizi di ristorazione: in bianco non c’è limite alle persone al tavolo all’esterno, mentre all’interno il massimo è sei. In giallo invece torna la regola dei massimo quattro non conviventi seduti al tavolo, sia dentro che fuori. >> Green Pass valido fino a 12 mesi per vaccinati e guariti dal Covid: importanti novità sui test salivari