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1917, la visione sconcertante di Sam Mendes sull’inferno reale della guerra [RECENSIONE]

26/03/2020 14:21 - Aggiornamento 26/03/2020 17:13

Sono giorni di vita casalinga forzata, di smart working e di conference call fatte sul divano, di pause caffè condivise con i colleghi tramite Facetime, ma anche di molto più tempo libero a nostra disposizione. Quante volte nel corso dei mesi ci siamo lamentati di non avere tempo di recuperare quella Serie TV di cui tutti ci hanno parlato bene o di non riuscire a vederci un film senza crollare dalla stanchezza dopo una giornata in giro per la città? Tante. Adesso è il momento giusto. E poiché siamo in “guerra” con un nemico invisibile ma forse ancor più insidioso di mine, granate e mitragliatrici, è giunto l’attimo di recuperare la visione di 1917, il film capolavoro di Sam Mendes, il quale, con la sua cinepresa e la sceneggiatura talmente realistica da sembrare a dir poco agghiacciante in alcune scene, ci riporta sul focus su cui ci dobbiamo concentrare in questi giorni: la resistenza. Come fare per recuperare la sua visione? Con il tanto blasonato internet, colui il quale riesce a farci condurre una vita (quasi) normale, pur rinchiusi in quattro mura; noi lo abbiamo trovato su ilgeniodellostreaming  

Sam Mendes non è nuovo alla critica e ai cinefili di tutto il mondo, il suo ultimo film Spectre del 2015 ha montato una sequenza memorabile ambientata nel giorno della festa dei morti di Città del Messico, ottenendo consensi favorevoli unanimi. Precedentemente vincitore di un premio Oscar per il suo lungometraggio American Beauty, adesso ci prova a far immergere in un terreno ostico come quello della Prima Guerra Mondiale. 

Per il suo ultimo film – un primo dramma di guerra mondiale premiato con i migliori riconoscimenti cinematografici ai Golden Globes, come il miglior film drammatico – Mendes è tornato al richiamo del formato “one-shot”, questa volta allungandolo per la lunghezza. 1917 utilizza diverse riprese e allestimenti, senza soluzione di continuità per dare l’aspetto di un POV cinematografico continuo (tecnica di ripresa in cui a mantenere la camera è uno degli attori stessi), sebbene con ellissi periodiche. Il risultato è un dramma populista e coinvolgente che guida lo spettatore attraverso le trincee e i campi di battaglia della Francia settentrionale, mentre due giovani soldati britannici tentano di farsi strada attraverso le linee nemiche il 6 aprile 1917, con un effetto che lascia senza fiato. 

Sinossi del film 1917

1917 racconta una storia focalizzata e vivace. Ispirato alle storie che Mendes ha sentito da suo nonno che ha prestato servizio durante la guerra, il film segue Schofield e Blake, due soldati britannici nel nord della Francia che hanno il compito di consegnare una lettera urgente a un altro battaglione ordinando loro di annullare un attacco in sospeso, per paura che lo stesso commando venga macellato in un’imboscata, poiché l’esercito non si è ritirato – come si pensava – ma stava preparando una controffensiva. E a seguirli in questa impresa lo fa la cinepresa, la quale diventa così il terzo membro del loro gruppo, mascherando ogni taglio per far apparire il film come una sequenza ininterrotta. 

La messa in scena intelligente e la composizione impacchettata ad arte aiutano 1917 a portare a termine questa prodezza incredibilmente bene, ma abbracciando lo spettacolo cinematografico; il film lascia ben poco agli spettatori da afferrare quando si tratta di personaggi. Questo fa sembrare l’intero sforzo sia valoroso che vano, un’esperienza cinematografica sbalorditiva che evapora nella mente di chi lo ha visto non molto tempo dopo averla vista. 

Considerazioni generali sul film

1917 ha un piccolo cast, ma ci sono più di alcuni volti noti. Apparirà Colin Firth, così come Andrew Scott noti per Fleabag e Mark Strong. Potresti perderteli del tutto, però, perché la fotocamera non si avvicina mai davvero a loro. Non indugia mai, non si impegna mai con loro a un livello più profondo del minimo indispensabile per stabilire l’azione. I tagli ravvicinati sono usati per favorire l’intimità, e se una macchina da presa non si avvicina mai veramente a nessuno, allora neanche noi utenti lo siamo.

In 1917, l’orrore e lo spettacolo della guerra sono impressionanti ma mai davvero sentiti. È il linguaggio visivo dei videogiochi a permettere ciò, ma i videogiochi lo tirano fuori perché quel voyeurismo distante arriva anche con qualcosa di additivo: l’interattività. Alla fine tu spettatore sei davvero coinvolto nella trama e nelle sue evoluzioni. Non è qualcosa che un film può sempre offrire. 

Non ci sono molti punti di contatto della cultura pop per la prima guerra mondiale, 1917 risulta dunque un film necessario. Non è che l’intrattenimento lo abbia ignorato – al contrario, ci sono dozzine di romanzi e film come All Quiet, sul fronte occidentale sulla Grande Guerra – è solo che i cineasti moderni hanno trovò terreno cinematografico molto più fertile pochi decenni dopo, nella seconda guerra mondiale. È, per ragioni che nella migliore delle ipotesi sono grossolane e meschine, la guerra più cinematografica.