L’obiettivo era proprio il capo delle forze speciali delle Guardie delle Rivoluzione, Qassem Soleimani. E questa mattina tutto il mondo si è svegliato con la notizia della sua morte. Un drone e quattro missili indirizzati a due auto nel centro di Baghdad per colpire il militare di Teheran, uno degli uomini più potenti dell’Iran, capo delle forze speciali delle Guardie della Rivoluzione. La notizia ha scosso gli assetti internazionali, colpendo non solo l’Iran, ma in qualche modo tutto il mondo. E ha acceso immediatamente un campanello d’allarme anche in Italia, dove la Farnesina ha definito gli ultimi sviluppi “molto preoccupanti”. Ma per Matteo Salvini bisognerebbe solo “ringraziare Trump e la democrazia americana”.
Donne e uomini liberi devono ringraziare il presidente Trump e la democrazia americana per aver eliminato #Soleimani, uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà.@realDonaldTrump pic.twitter.com/ajpudgKdcp
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) January 3, 2020
Soleimani, Matteo Salvini: “Ringraziate Trump e la democrazia americana”
Totalmente diversa rispetto a quella del ministero degli Affari esteri è la reazione di Matteo Salvini, che sui suoi profili ha elogiato l’azione di Trump scatenando l’indignazione degli utenti che lo hanno immediatamente accusato di non conoscere la storia: “Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà”.
Peccato che l’Iran non la pensi esattamente come il leader della Lega. E infatti ora promette vendetta. Il raid, ordinato direttamente dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per una “azione difensiva”, come l’ha definita il Pentagono, ha acceso la miccia di una serie di possibili dure ritorsioni. Teheran promette di vendicare la morte del generale “nel momento e nel luogo più opportuni“, e intanto decine di migliaia di persone sono scese in piazza nella capitale iraniana per protestare contro i “crimini americani”. Dall’altra parte del mondo, contemporaneamente, Trump ha postato: “L’Iran non ha mai vinto una guerra, ma non ha mai perso un negoziato”. Non finisce qui, però. Le conseguenze della decisione dell’inquilino della Casa Bianca potrebbero essere molto serie: “L’atto di terrorismo internazionale degli Stati Uniti con l’assassinio del generale Soleimani, a capo della forza più efficace nel combattere Daesh, al-Nusra e al-Qaeda, è estremamente pericoloso e una folle escalation. Gli Stati Uniti si assumeranno la responsabilità di questo avventurismo disonesto”, ha commentato il ministro degli affari Esteri iraniano Javad Zarif. “Devono cominciare a ritirare le loro forze dalla regione islamica da oggi, o cominciare a comprare bare per i loro soldati“, ha affermato inoltre Mohammad Reza Naghdi, delle Forze Quds giurato una sanguinosa vendetta.
Uccisione di Qassem Soleimani, le reazioni della politica italiana
“Gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq sono molto preoccupanti”, si legge invece nella nota del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale pubblicata questa mattina, “la pericolosa escalation cui abbiamo assistito negli ultimi giorni, è culminata nell’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani”. Nel testo della Farnesina si afferma che “l’Italia lancia un forte appello perché si agisca con moderazione e responsabilità, mantenendo aperti canali di dialogo, evitando atti che possono avere gravi conseguenze sull’intera regione. Nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de-escalation e la stabilità. Nuovi focolai di tensione non sono nell’interesse di nessuno e rischiano di essere terreno fertile per il terrorismo e l’estremismo violento”.
“Grande preoccupazione per l’altissimo livello di tensione in Iraq dopo le violenze dei giorni scorsi contro l’ambasciata Usa e l’eliminazione di Soleimani”, ha commentato il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti sul suo profilo Twitter, “l’Italia e l’Europa assumano tutte le iniziative utili per scongiurare un’escalation incontrollabile nell’area”.
“Il 2020 della politica italiana è iniziato con sterili discussioni da cortile. Quello che sta accadendo in Libia e in Medio Oriente dovrebbe farci cambiare passo e chiamare l’Italia -e l’Europa- a tornare ad avere un ruolo in politica estera”, sono invece le parole del leader di Italia Viva Matteo Renzi, che si augura di trovare un ruolo decisivo per l’Italia sul piano internazionale.