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Revoca concessione Autostrade: la strada che porta a Salini-Impregilo

13/01/2020 09:56 - Aggiornamento 14/01/2020 12:02

Revoca concessione Autostrade e poi? Nazionalizzazione e gestione di Anas, come vorrebbe il Movimento 5 Stelle? No, concessione ad un altro soggetto privato. Un retroscena che circola da tempo vorrebbe parte della maggioranza, Italia Viva in testa, decisa a far “fallire” Autostrade costringendola a passare la mano. Revocandole la concessione, il governo di fatto strangolerebbe Autostrade. Ma sarebbe pronto il salvataggio. Uno scenario da aut-aut: se vi mettete sul mercato, abbiamo già chi può comprarvi, dipendenti e mezzi tecnici, nessuno escluso.

revoca concessione autostrade

Revoca concessione Autostrade: ipotesi Salini-Impregilo fantascienza?

Fantascienza? No, stando alle indiscrezioni che circolano in queste ore è uno scenario che ha un suo fondamento. L’obiettivo di alcuni ambienti della maggioranza sarebbe quello di affidare la concessione delle autostrade a Salini-Impregilo. Questo però potrebbe verificarsi solo se andasse in porto la revoca e Autostrade per l’Italia si trovasse così in ginocchio senza i 4,6 miliardi di ricavi annui dei pedaggi. Il salvataggio sarebbe pronto, ad opera proprio di Salini-Impregilo. Si tratta di un’azienda che ha già rilevanti interessi nel settore delle concessioni autostradali, soprattutto all’estero. Ma l’aspetto più significativo è che Salini-Impregilo è partecipata dallo Stato, che attualmente possiede il 18,68% del suo capitale sociale tramite la Cassa Depositi e Prestiti. Lo Stato salirebbe di quota nella compagine sociale proprio per rendere possibile l’acquisizione di Autostrade per l’Italia.

Salini-Impregilo e le attività nel settore autostrade

Come dicevamo, Salini-Impregilo non è nuova al settore delle concessioni autostradali. Per tramite della controllata Impregilo International Infrastructures N.V. (società di diritto olandese) aveva partecipazioni nella società TEM che ha realizzato e gestisce la Tangenziale esterna di Milano. Ora la quota è stata ceduta a Itinera Spa del gruppo Gavio, che gestisce le altre tangenziali milanesi e la A7 Milano-Genova. Attualmente Impregilo International Infrastructers ha una partecipazione di maggioranza (il 61%) nelle concessionaria dell’autostrada Broni-Mortara. Poi una di maggioranza relativa (il 47%) nel Passante Dorico, il collegamento del porto di Ancona. Entrambe le infrastrutture non sono ancora operative, non producono dunque reddito.

Rilevanti invece gli interessi esteri. In Argentina il gruppo controlla il 98% della holding Iglys S.A.. Con quote minori ma significative partecipa alle società Autopistas del Sol (120 km, scadenza concessione 2020), Puentes del Litoral S.A. (59,5 km, concessione fino al 2023), Mercovia S.A. (18 km, scadenza 2023). Infine in Colombia Salini-Impregilo detiene il 40% di Yuma Concessionaria S.A. (Ruta del Sol), concessionaria di 465 km di autostrade (scadenza 2036).

Salini-Impregilo è partecipata dallo Stato tramite Cassa Depositi e Prestiti

Salini-Impregilo, soggetta a direzione e coordinamento da parte di Salini Costruttori Spa, è quotata in borsa. Nel suo assetto societario lo Stato ha una presenza rilevante. Il 18,68% del capitale infatti fa capo CDP Equity, la Cassa Depositi e Prestiti. Salini-Impregilo non può essere definita come un’azienda in crisi, anche se negli ultimi anni ha visto una costante contrazione dei ricavi. Dai 6,1 miliardi del 2017 ai 5,1 del 2018. A dicembre 2019 il gruppo ha realizzato un aumento di capitale di 600 milioni di euro. Obiettivo l’affaire “Progetto Italia”, con il salvataggio di un ex gigante delle grandi opere ora in concordato preventito, Astaldi. Di questi 600 milioni, 250 li ha sottoscritti lo Stato tramite CDP Equity. Con l’acquisizione delle attività di Autostrade per l’Italia nel campo delle concessioni autostradali Salini-Impregilo riceverebbe un’ulteriore provvidenziale trasfusione. Un “regalo” che vale quasi 4 miliardi di guadagni puliti.

L’operazione è molto semplice. Dopo la revoca della concessione e i sicuri lunghi strascichi giudiziari, Autostrade per l’Italia si troverebbe al collasso senza il core business della gestione della rete autostradale. Di qui l’offerta, difficile da rifiutare, del governo: vendete a Salini-Impregilo, nel frattempo diventata prevalentemente pubblica con l’aumento di quota della Cassa Depositi e Prestiti. Tutto bene? Per gli interessi della lobby dei soliti noti forse sì. Per gli italiani decisamente meno, considerato che si ritroveranno nella stessa situazione attuale. Quella di un concessionario che diminuisce gli investimenti sulla manutenzione per massimizzare i profitti. Per citare il grande Nanni Loy, “pacco, doppio pacco e contropaccotto”. >> retroscena politica

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