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Bettino Craxi, parla l’ultima amante Patrizia Caselli: «Per amore suo ho perso tutto»

19/01/2020 12:33 - Aggiornamento 19/01/2020 12:40

Patrizia Caselli, 59 anni, autrice ed ex conduttrice tv, nonché ultima compagna del leader socialista, in un’intervista esclusiva al settimanale Oggi, ha raccontato la sua verità su Bettino Craxi, di cui ricorre oggi, 19 gennaio 2020, l’anniversario dalla scomparsa avvenuta nel 2000 in Tunisia. La chiacchierata è stata pubblicata qualche giorno fa, prima che uscisse il film di Gianni Amelio Hammamet, dove è Claudia Gerini a fare la parte di un’amante dell’ex premier.

Bettino Craxi

Bettino Craxi, parla l’ultima amante Patrizia Caselli: «Per amore suo ho perso tutto»

Nell’immaginario collettivo Patrizia Caselli ha rappresentato nella Prima Repubblica la seconda compagna di Bettino Craxi, la donna che gli è rimasta accanto nella cattiva sorte, vale a dire quando per il leader socialista cominciarono i guai seri: lo stillicidio giudiziario, i sei anni fuori dall’Italia culminati con un arresto cardiaco, che si rivelò fatale. La conduttrice, che si legò allo statista milanese nel 1991, non ha mai concesso interviste: soltanto 13 anni fa si era affidata alla penna di Bruno Vespa (che da quell’incontro ha raccontato di essere uscito con ‘le lacrime agli occhi’), finita nel capito lo di un libro L’amore e il potere. «Non mi chieda se mi ci rivedo: “amante” è una parola che non mi inquadra… La parola che mi inquadra è compagna. Compagna in un pezzo difficilissimo e crepuscolare della sua vita, che però proprio per questo è stato pieno di momenti autentici!», ha esordito nell’intervista ad Oggi Patrizia Caselli.

Bettino craxi

«Mi diceva: ‘Ho vissuto anni in cui c’era gente che si occupava persino di dove dovevo sputare’»

Nel corso della chiacchierata l’ex conduttrice ha restituito al pubblico un ritratto dell’uomo, più che del politico: «Craxi ha reagito alla perdita del potere in modo sorprendente: spogliato del ruolo, della iper-responsabilità, ha ritrovato il gusto delle cose semplici. Tutti lo immaginavano abbarbicato al fax, a difendersi dagli attacchi, a rintuzzare la valanga d’accuse che gli cadeva addosso, ma è un’immagine sfuocata. Me lo diceva spesso anche lui”. Cosa le diceva? “Che, pur nell’esilio, si sentiva liberato. Che la Tunisia era anche una boccata di ossigeno. Mi diceva: ‘Ho vissuto anni in cui c’era gente che si occupava persino di dove dovevo sputare’. Camminavamo sulla spiaggia, guardavamo l’Italia, mi pizzicava la mano: ‘Se fossi rimasto laggiù, al potere, queste passeggiate, questa normalità sarebbe stata impossibile. Qui sono tornato a essere una persona’».

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Patrizia Caselli: «’Hammamet’? Per vie traverse ho avuto la sceneggiatura…»

Patrizia Caselli ha spiegato ad Oggi che non era propensa ad andare a vedere il film di Gianni D’Amelio: «Non credo di sentirmela. Pensi che, per vie traverse, ho avuto la sceneggiatura, che mi dicono preziosissima, e non l’ho mai neppure sfogliata. La sola idea di trovarci il suo nome, tra le righe, mi paralizzava. Mi sono capitate sotto gli occhi le foto di una scena, e fanno impressione: Favino è, mi passi l’aggettivo adolescenziale, ‘supersomigliante’. Non vorrei, però, che il film si riducesse a questa specie di clonazione”. Neppure il trailer ha visto? “No. Ripeto: so che sono passati 20 anni, e che il tempo di solito è galantuomo, ma non ho ancora il distacco giusto per godermi quello spettacolo. Mi auto-proteggo». Parlando sempre del film ha detto: «Il racconto degli anni di Hammamet senza la mia voce o la mia versione è quasi per forza un racconto zoppo, mutilato: c’ero io, e spesso da sola, lì con Craxi, negli ospedali, al telefono con Arafat o a vedere dalla spiaggia gli aerei carichi di amici o presunti nemici che, come diceva lui, ‘facevano il giro dell’Ulanda’, con mille scali, per atterrare da noi senza essere notati o segnalati. Ma io sono contenta di non esser stata coinvolta nel film: in fondo mi hanno tutelato, non ero pronta a parlare di quella storia, perché per me non è ancora diventata una storia: resta una ferita!».

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I rapporti con Stefania, la figlia di Bettino Craxi: «Grazie di essere stata vicina a papà»

«Ruppi un contratto con la Rai per seguirlo ad Hammamet», ha confidato Patrizia Caselli. Poi si è passati a parlare dell’altra storica amante di Craxi, Ania Pieroni, che sarebbe rimasta indispettita dal film. Pare abbia querelato i produttori di Hammamet perché lei sì, si rivede nella Gerini. «Non la giudico. Anche perché l’unica volta che l’ho incontrata si è dimostrata diversissima da come me l’avevano dipinta. Nel 2005, all’hotel De Russie, a Roma. Facevamo colazione nella stessa sala, io l’ho vista, ma non ho fatto un passo: sono discreta, e poi non sapevo come avrebbe reagito. (…) Poi lei si è avvicinata, io mi sono alzata e ci siamo come allacciate: ‘Io e te possiamo solo abbracciarci, abbiamo voluto bene allo stesso uomo’, mi ha detto». Rapporti strani quelli con Stefania Craxi: «Lei l’ho incontrata per caso, a casa di amici comuni ed è finita che mi ha pianto sulla spalla, dicendo: ‘Grazie di esser stata vicina a papà’. Poi, però, alla padrona di casa ha detto: ‘Se inviti ancora Patrizia, non mi vedi più’. Ma la capisco, era sincera in entrambe le occasioni!».

La morte del leader socialista: «Mi lasciarono da sola in obitorio con Craxi!»

Infine il racconto della morte di Bettino Craxi, sopraggiunta quando lei era a Milano: «Buffo, no? In Tunisia c’erano due Madame Craxi – io e Anna, sua moglie – eppure quando lui ebbe l’attacco aveva accanto solo Stefania. Presi l’aereo, mi misi sulla mia ‘Peugeottina’ rossa, che tengo ancora ad Hammamet, e andai in ospedale». La leggenda vuole che Patrizia Caselli si sia fatta spacciare per la figlia: «La storia invece sa che la sua scorta non mi avrebbe mai confuso con Stefania. Mi conoscevano, io conoscevo loro, le loro mogli, il modo in cui scherzavano. Mi fecero passare, si ‘aprirono’, diventarono un cordone. Mi lasciarono da sola in obitorio con Craxi», ha chiarito l’autrice tv, che torna spesso ad Hammamet.

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