Domani è il grande giorno. Le elezioni in Emilia Romagna sono state attese e combattute fino ad arrivare alla conclusione di una campagna elettorale che ha visto Stefano Bonaccini cercare di ricordare il lavoro svolto fino adesso e Lucia Borgonzoni promettere innovazioni impossibili. In questo contesto è nato il Movimento delle Sardine, inizialmente in contrasto con una supremazia salviniana di cui hanno tentato di non far ammalare anche la regione rossa per eccellenza e sviluppatosi poi in un coinvolgimento sociale a livello nazionale. Il vero lavoro per loro però inizia lunedì, quando le somme saranno state tirate e bisognerà incominciare a ragionare, per davvero, sul lungo termine. Ne abbiamo parlato con Mattia Santori e Lorenzo Donnoli, i due portavoce nazionali delle 6000 Sardine.
Movimento delle sardine, vietato il bagno al Papeete di Milano Marittima
L’ultimo evento del Movimento delle Sardine prima della chiusura della campagna elettorale doveva essere un tuffo in mare davanti al Papeete Beach, lo stabilimento balneare dalla quale l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, tra un mojito e l’altro, lo scorso agosto ha annunciato l’imminente crisi di governo. Un ricongiungimento con il mare? Una provocazione alla Lega? Poco importa visto che la procura di Ravenna, considerandoli un partito, non lo ha permesso. Le sardine si sono riunite quindi, dopo un tuffo in mare dei quattro leader, in una trattoria locale, e insieme hanno festeggiato l’inizio del silenzio elettorale tra cappelletti e sangiovese.
Da lunedì parte la vera sfida del Movimento: che vinca il centrosinistra o meno, fino adesso hanno raccolto un successo dietro l’altro riuscendo a smuovere le menti e i corpi di quasi due milioni di persone. Ora dovranno incominciare a lavorare per non crollare dentro all’onda che stanno cavalcando, proponendo un metodo alternativo di fare (e vivere) la politica. “Noi abbiamo vinto a prescindere, abbiamo riattivato la partecipazione in ogni parte d’Italia: ieri eravamo a Piacenza, a Manduria, a Savona, siamo stati stati nei giorni scorsi a Scandiano e nei paesi più piccoli della provincia reggiana e modenese. Il fenomeno è nazionale, non abbiamo partecipato alla stesura del programma e alla scelta delle candidature per le regionali, quindi un’eventuale sconfitta di Bonaccini non sarebbe una nostra sconfitta perché la voglia di rinnovamento e di partecipazione si è estesa a macchia in tutta Italia”, ci ha detto Lorenzo Donnoli.
Sardine, Lorenzo Donnoli: “Siamo dalla parte dell’alternativa al sovranismo e al populismo”
Domani l’unica alternativa che può fisicamente vincere contro sovranisti e populisti, secondo le sardine, è proprio Stefano Bonaccini. In ogni caso, però, comunque vadano le elezioni a partire da lunedì il lavoro rincomincerà a tutti gli effetti. Riguardo ai progetti futuri, Donnoli ha spiegato che discuteranno internamente visto che il Movimento si compone di “due milioni di persone e ci sarà dibattito interno, nessuna decisione dall’alto. Ci riconosciamo tutti sui valori di uguaglianza, di antifascismo, di pacifismo, di lotta alle discriminazioni, quindi su questa base potremmo essere capaci di condizionare tutto il dibattito politico. Le forze progressiste si stanno aprendo a discussioni importanti, quindi c’è la possibilità di incidere, di mandare avanti idee nuove, di condizionare al completo quell’apertura totale alla società civile che i partiti stanno immaginando”.
Inserirsi prepotentemente nello scenario politico sì, ma trasformarsi in un partito no: “Ci siamo resi conto che in questo momento è molto più difficile coinvolgere i cittadini da partito politico che da movimento sociale”, ha commentato Mattia Santori. Una possibilità potrebbe essere quella di lavorare con il centrosinistra: “Hanno dichiarato che si vogliono rifondare e rivoluzionare, mettendo in discussione tutto un pezzo di classe dirigente di cui le parole d’ordine sono clientelismo, correntismo, politiche scorrette come quelle di Minniti- ha detto Donnoli- Con tutto quello noi non abbiamo a che vedere, però nel caso ci fosse un processo plurale e aperto a tutti i partiti progressisti e ai movimenti che hanno unito le piazze come non avveniva da decenni in Italia, allora ci può essere la possibilità di discutere un progetto e un’idea di Paese. Bisognerà vedere prima della nostra assemblea a Scampia e degli Stati Generali del M5S cosa accadrà nel quadro politico italiano”.
Mattia Santori: “Non ci assumiamo la responsabilità dei risultati elettorali”
Tornando alle elezioni di domani in Emilia Romagna, quell’evento che negli ultimi mesi è stato etichettato come la data che potrebbe definire la fine del governo giallo-rosso, il leader della Sardine Mattia Santori ci ha detto: “In qualche modo non vogliamo assumerci né la responsabilità della vittoria, né la responsabilità della sconfitta perché è vero che noi siamo nati in concomitanza con queste elezioni regionali, ma per quello che è successo dopo siamo diventati una dimensione nazionale e addirittura europea, quindi ormai il nostro orizzonte, con tutto il rispetto per le elezioni in Emilia Romagna a cui tengo in quanto cittadino emiliano romagnolo, va al di là. Da lunedì al 14 marzo inizia una fase di lavoro molto tosta, per dare un’identità, una struttura e delle linee guida a un fenomeno che in questo momento è nazionale”.
“Non ci immaginavamo tutto questo- continua Santori- nel momento in cui abbiamo deciso di andare a Roma, dalle prime richieste che ci sono arrivate fuori dall’Emilia Romagna il giorno dopo la manifestazione a Bologna, abbiamo deciso di affrontare l’eventualità di un riscontro nazionale, con tutte le conseguenze che ne seguono. Questo ci ha aiutato a vivere il voto in Emilia Romagna con la passione di cittadini emiliano romagnoli, ma anche con la consapevolezza che c’è qualcosa che succederà dopo a prescindere”.
Movimento delle sardine: ago della bilancia nelle elezioni in Emilia Romagna?
Quello che è sicuro è che il Movimento delle Sardine potrebbe essere l’ago della bilancia dei risultati elettorali in Emilia Romagna: con una percentuale di indecisi ancora molto alta, potrebbero riuscire a spostare i voti in direzione del centro sinistra. Una cosa è necessario sottolinearla: se Lucia Borgonzoni e la Lega dovessero avere la meglio su Stefano Bonaccini, sarebbe una sconfitta del centro sinistra, ma non una vittoria della Lega. Il sentimento comune dei cittadini è quello di non voler concedere il voto al Partito Democratico e per questo, piuttosto, votare il Carroccio. Insomma: non sarebbe una vera e propria conquista di Matteo Salvini. Sarebbe invece la raccolta dell’insoddisfazione generale per il lavoro del centrosinistra a livello nazionale, non regionale.
Allo stesso tempo, l’Emilia Romagna interessa a Salvini solamente per aggiungere una pedina al puzzle di regioni necessarie per tornare al governo e riprendersi la maggioranza. E’ una partita di Risiko complessa quella che terminerà domani: la scia del governo giallo-rosso (e del centro sinistra in generale) rischia di far perdere le elezioni a Stefano Bonaccini e far vincere quindi Lucia Borgonzoni non per meriti, ma per esasperazione.
Sardine, un progetto ancora in fase di sviluppo
Questo è però il contesto perfetto per l’inserimento del Movimento delle Sardine a livello nazionale: “Siamo a una fase talmente embrionale che c’è ancora una discussione all’interno del movimento sul che ideologia politica abbiamo- ha spiegato Mattia Santori- quello che è certo è siamo tutti sulla stessa barca, navighiamo nella stessa direzione e abbiamo tutti gli stessi ideali. E’ difficile ancora dire cosa potremmo essere: prima bisogna acquisire un’identità, poi si può pensare di partecipare alle trattative politiche e tutto il resto che ne comprende. Domani non vogliamo giornalisti alla nostra maratona elettorale perché è bello che rimaniamo comunque prima di tutto persone: non siamo leader politici e non siamo rappresentanti politici”.