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Elezioni Emilia Romagna, le mille e una balla di Lucia Borgonzoni per conquistare voti

24/01/2020 20:34 - Aggiornamento 26/01/2020 13:26

Fino a dove si è disposti a spingersi per vincere? Quella della Lega per le elezioni in Emilia Romagna è stata una battaglia all’ultima bufala. Le proposte presentate da Lucia Borgonzoni spesso non sono state altro che ripetizioni di leggi già attuate mischiate a continue insinuazioni contro la legislatura uscente. A mezzanotte però inizia il silenzio elettorale e tutto ciò che è stato detto per conquistare la fiducia degli elettori emiliano romagnoli sarà decisivo. Tutto, anche le proposte più improbabili da mantenere e le invenzioni utilizzate per screditare una volta un candidato, una volta l’altro.

Elezioni Emilia Romagna

Elezioni Emilia Romagna, una campagna elettorale all’insegna delle bufale

La campagna elettorale è come la guerra: vale tutto. Anche le bufale. Da Bibbiano agli ospedali aperti anche di notte, dall’azzeramento dell’Irpef al presunto complotto degli eurocrati che bollano come nocivi i prodotti DOP e DOC fino alla citofonata allo “spacciatore tunisino”. Lucia Borgonzoni ha condotto la sua campagna in perfetto stile Lega. Non tanto proponendo novità e cambiamenti positivi per la Regione, ma concentrando tutte le energie nel tentativo di screditare il lavoro fatto dagli avversari prima di lei. E basta.

Partiamo dal caso Bibbiano: La Lega ne ha parlato tanto, troppo. Ha sfruttato un caso giudiziario per dimostrare a tutta Italia l’incompetenza della sinistra. Ancora prima che i magistrati deliberassero, il Carroccio aveva già puntato il dito contro la sinistra, invece che contro chi doveva rispondere alle accuse. Nel piccolo comune di Reggio Emilia, nel giugno 2019, si era aperta l’indagine “Angeli e Demoni” sui presunti casi di abusi negli affidi di alcuni minori. Ben 108 capi d’accusa, 26 persone indagate sugli affidi illeciti in Val D’Enza. L’inchiesta è stata chiusa lo scorso 14 gennaio, dando mandato alle forze dell’ordine di consegnare gli avvisi di garanzia ai diretti interessati.

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La Lega e il “sistema Bibbiano” che non è mai esistito

Proprio ieri però, in occasione della chiusura della campagna elettorale, il leader della Lega Matteo Salvini e la sua candidata Lucia Borgonzoni sono tornati sul luogo degli abusi con un grande cartellone rosso: “Giù le mani dai bambini”. Hanno fatto salire sul palco la mamma di una bambina “rapita” dagli assistenti sociali, anche se non quelli di Bibbiano; la mamma di Tommaso Onofri, il bambino rapito e poi ucciso nel 2006 da tre persone che nulla hanno a che fare con il Partito Democratico, con i servizi sociali o con gli psicologi. Ma questo poco importa, quando la necessità è quella di creare un minestrone di emozioni nel tentativo di racimolare qualche voto contro il famoso “sistema Bibbiano”.

Proprio cosi: il “sistema Bibbiano”. Lucia Borgonzoni e Matteo Salvini sono riusciti a trasformare una tragedia in un qualcosa di “tipico” della sinistra. La senatrice leghista, addirittura, in Senato ha avuto il coraggio di sfoggiare una maglietta con scritto “parlateci di Bibbiano”, arrivando anche a inventare l’esistenza di “schedature” di bambini in un altro paese dell’Emilia Romagna. La Lega ha plasmato una questione giudiziaria in un dibattito politico, identificando il sospetto con la sentenza e sfruttando la tragica esperienza di alcune famiglie per screditare i loro avversari. Ma come si fa a servirsi di una tragedia per manipolare il consenso politico? E poi come si può festeggiare su un presunto cadavere così come i cani festeggiano sui corpi morti dei leoni? Evidentemente, si può. Ma come dice il detto, alla fine, i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani.

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Elezioni Emilia Romagna: Lucia Borgonzoni e gli ospedali chiusi di notte

Poi gli ospedali aperti anche di notte e nei week end. Con questa proposta probabilmente la candidata leghista avrebbe conquistato tutti gli elettori, se fossimo stati nel quarto secolo dopo Cristo. Il giorno della sua incoronazione a candidata del centro destra infatti, nella casa della Virtus Bologna, al Paladozza, la Borgonzoni promise di tenere aperti gli ospedali anche di notte e nei week end “come fanno in Veneto”. E forse lo ha detto perché non ha mai avuto bisogno di correre in ospedale di notte, o di domenica, altrimenti lo avrebbe saputo per certo che le strutture ospedaliere sono già aperte a tutte le ore, tutti i giorni della settimana e, pensate un po’, anche nei festivi.

Sempre “come fanno in Veneto”, la leghista ha promesso anche di azzerare l’addizionale regionale Irpef: anche questa volta, però, bisogna far notare alcune cose alla candidata del Carroccio. In primis, che l’aliquota base dell’addizionale regionale è fissata da una legge dello Stato: questo significa che non può essere azzerata da una decisione del governo regionale. Scrivere quindi nel programma “ZERO Irpef come in Veneto” significa promettere qualcosa che non si può mantenere.

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Elezioni Emilia Romagna, Borgonzoni e la necessità di un assessorato al turismo (che c’è già)

Chissà come l’ha presa Andrea Corsini, l’assessore al turismo alla Regione, quando ha saputo che il suo lavoro non esiste. Secondo Lucia Borgonzoni, infatti, l’Emilia Romagna avrebbe proprio bisogno di un assessorato al turismo, che in realtà c’è ed è una posizione occupata, appunto, da Corsini. O ancora deve essersi stupita del fatto che proprio il Partito Democratico, quello tanto denigrato da lei, ha già realizzato un’altra delle sue innovative (si fa per dire) proposte: il fondo per aiutare le vittime di violenza, o la proposta di un referendum sull’Autonomia che l’Emilia Romagna ha già chiesto. Ma non finisce qui: in un’altra occasione Borgonzoni ha voluto difendere le eccellenze “made in Emilia Romagna” dal presunto complotto degli eurocrati che bollano i prodotti DOC e DOP come “nocivi”.

A farlo non sono stati gli eurocrati, ma Nutri Score, un sistema di classificazione sviluppato in Francia da un gruppo di scienziati indipendenti del Dipartimento di Ricerca in Epidemiologia Nutrizionali (EREN) di Parigi. Questo sistema prevede di dare un “voto” ai prodotti alimentari (cibi e bevande) secondo un sistema a semaforo, il tutto per aiutare i consumatori a comprendere le qualità nutrizionali degli alimenti. Nessuno quindi ha mai detto che il prosciutto o il Parmigiano Reggiano sono “nocivi” o che l’UE decide cosa si può mangiare e cosa no con il tacito consenso della sinistra.

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Il vento di Lucia Borgonzoni profuma di Partito Democratico

Un’altra volta è stato il turno dei rifiuti: Borgonzoni ha sbandierato a tutta Italia come Bonaccini permettesse di portare i rifiuti di Roma con una “strategia per cercare di ammiccare ai vertici dei 5S sperando di raggranellare qualche voto alle elezioni”. Come se Bonaccini trasformasse i rifiuti in voti. E poi ancora la proposta di una legge a tutela delle manifestazioni storiche come il carnevale che già esiste, la penalizzazione alle aziende medice dovuta alla Plastic Free (che esclude le aziende del comparto biomedicale)… Insomma: forse Borgonzoni ha sbagliato schieramento, visto che le sue proposte sono già state tutte realizzate dal Partito Democratico.

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