Dopo il successo internazionale della prima stagione, è tornato ieri, 10 febbraio 2020, in prima visione mondiale su Rai Uno la prima puntata de L’Amica geniale 2. Storia del nuovo cognome, diretta da Saverio Costanzo e Alice Rohrwacher, il secondo capitolo della storia di Elena e Lila, tratto dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante. Le due hanno ora sedici anni: Lila si è sposata con Stefano Carracci; Elena è una studentessa modello alla ricerca del suo posto nel mondo. Nei primi due episodi della serie c’è una delle scene più violente dell’intera stagione: la violenza sessuale nella prima notte di nozze da parte di Stefano Carracci nei confronti di Lila Cerullo. In un’intervista a FanPage l’attore Giovanni Amura ha parlato della difficoltà di girare una sequenza così forte: «Ho pianto dopo aver girato quella scena, sono stato molto male».
“L’Amica Geniale 2”, Giovanni Amura: «Sono stato male dopo la scena della violenza su Lila»
«Tu non ti chiami più Cerullo. Tu sei la signora Carracci e devi fare quello che ti dico io», dice ad un certo punto Stefano a Lila. «Una moglie non mette bocca negli affari del marito. Lui la rispetta come moglie ma nel senso che si ha a quel tempo. Rimane sempre una donna che non può che soccombere alla sua volontà. Così come, per quel tempo, non esiste che una donna non faccia il suo dovere nell’unione coniugale!», ha spiegato Giovanni Amura, che ha poi parlato dell’abuso sessuale: «Sono due anni che con i coach, con me stesso, con i colleghi, lavoro e studio questo personaggio nel profondo. Purtroppo, noi non possiamo giudicare male o giudicare in generale il personaggio che andiamo a interpretare. Noi prestiamo noi stessi a un’altra anima, bisogna capire i gesti che fai il personaggio. Capire non significa condividerli!». L’attore si è preparato così alla scena della violenza: «Io mi sono interrogato moltissimo su quello che succede la prima notte di nozze. Ho parlato molto con persone che hanno una certa età e quei tempi li hanno vissuti. Perché Stefano non è altro che una vittima della società di quel tempo. Come ogni uomo degli anni ’50, ha il dovere di sposare una ragazza e ha il dovere di metterla incinta. Ricordiamoci che il “compare di fazzoletto” (il testimone di nozze, ndr), si chiamava così perché era colui il quale riceveva il fazzoletto sporco del sangue della ragazza nella notte di nozze. Quindi, lui ha il dovere di fare quella cosa proprio in quella notte. E quando arriva il momento, lui non può assolutamente accettare un no. Non esiste, non è mai esistito che una donna si rifiutasse una cosa del genere. Che una donna rifiutasse una cosa del genere dopo il matrimonio. Lui le dice: ‘io non ti ho mai toccata, ho sempre aspettato e adesso però basta!».
«È stato brutto perché mi ha fatto provare il dolore che prova una donna»
Una sequenza difficile che è costato tante ore di lavoro. Non è andata bene al primo ciak: «L’abbiamo girata per una notte intera e ci ha svuotato tantissimo. Quando si estremizzano certe cose, fa molto male. (…) Ogni volta che facevamo un ciak dovevamo mettere la stessa intensità, la stessa cattiveria. È stato brutto perché mi ha fatto provare il dolore che prova una donna. Quando ho rivisto quella scena, ho pianto. E anche quella sera, sono stato proprio male. C’è stato il reparto trucco e parrucco, grandissime amiche, che mi ha consolato. Dopo ogni ciak mi dicevano di non preoccuparmi, che quello non ero io!». Giovanni Amura ha chiarito che quella, secondo lui, non è però la scena più audace nei primi due episodi de L’Amica Geniale 2. Storia del nuovo cognome: «Quando torniamo dal viaggio di nozze e andiamo dalle nostre famiglie, Lila ha un occhio nero. E nessuno dice niente. Quella è una scena orribile, tutti sanno perfettamente cosa è successo, ma nessuno dice niente!».