«Il coronavirus fa morire 100 volte di più della normale influenza, per questo siamo particolarmente allarmati». Parole che non sono certo all’insegna della rassicurazione quelle del presidente della Società Italiana di Medicina Generale, il dottor Claudio Cricelli. Intervenendo su Radio Cusano Campus Cricelli ha sottolineato che il timore, anche nella comunità scientifica, deriva dalla scarsa conoscenza del virus. «Il coronavirus non appartiene ai ceppi di influenza che conosciamo. E’ un virus nuovo, seppur noto, ma questa malattia non l’avevamo mai vista prima», spiega il presidente della Simg.
«Non esiste un vaccino, non sta arrivando un vaccino»
«Abbiamo visto la SARS, la MERS che erano cugine o sorelle di questa che è appunto qualcosa di nuovo – spiega Cricelli – Perché è diversa dall’influenza e perché c’è tanto più allarme? Innanzitutto perché l’influenza è legata a ceppi virali che conosciamo benissimo e con largo anticipo rispetto all’arrivo dell’epidemia prepariamo il vaccino e lo somministriamo a milioni di persone, è chiaro dunque che l’influenza fa paura nei non vaccinati perché fa ammalare con tutti i relativi rischi».
«Il coronavirus – continua il presidente della Simg – è dunque qualcosa di nuovo, non esiste un vaccino, non sta arrivando un vaccino perché ci vuole tanto tempo per farlo, non si può somministrare un vaccino che non è stato sperimentato che poi ti fa più male della malattia».
Esistono dei farmaci per curare il coronavirus?
Terzo punto, esistono dei farmaci per curare il coronavirus? «No, ma non ce ne sono nemmeno per l’influenza – afferma Cricelli – L’influenza uccide spesso per complicanze ma sono relativamente pochi i morti rispetto alle milioni di persone che si ammalano di influenza. Pochi migliaia rispetto a milioni di ammalati. Cosa accade con il Covid-19? Abbiamo in Cina il 3 – 3,5% di deceduti rispetto a qualche centinaia di migliaia di persone infette. Questa è una malattia che fa morire, e che da insufficienza respiratoria grave, cento volte più dell’influenza. Se andassimo al numero di infetti dell’influenza avremmo tanti deceduti in più, per questo siamo particolarmente allarmati, insieme alla mancanza di vaccino faccia lei il conto se è giustificato o no l’allarme». >> Tutto sul coronavirus