Non arrivano notizie rassicuranti dall’ultimo bollettino della Protezione Civile sulla situazione coronavirus: l’emergenza non sembra indietreggiare e, anzi, vi sono forti timori che i casi possano addirittura aumentare. È il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro a paventare lo scenario innanzi al quale ci si potrebbe trovare nelle prossime ore. Risultato, dice, degli atteggiamenti sconsiderati di tanti durante lo scorso week-end. Avevano fatto preoccupare gran parte degli italiani, infatti, le immagini provenienti da diverse zone d’Italia in cui maree di giovani – e meno giovani – indugiavano in gruppo noncuranti delle misure già parzialmente adottate dal governo. Per non parlare dell’esodo di massa in fuga dal Nord.
Coronavirus, timori per il week-end: «Effetto dei comportamenti dello scorso fine settimana»
«È verosimile – ha affermato Brusaferro nel corso del consueto punto stampa alla Protezione Civile – aspettarci casi in questo weekend nel Centro-sud, in parte come effetto dei comportamenti assunti lo scorso fine settimana. L’incubazione è tra 4 e 7 giorni: abbiamo visto folle assembrate al mare o in stazioni sciistiche o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato. Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una sintomatologia. È un’ipotesi, – ha precisato – vedremo le curve, speriamo di essere smentiti dai fatti».
Dati più approfonditi sui decessi
E intanto arrivano approfondimenti sui dati delle persone non sopravvissute al coronavirus: «I pazienti deceduti positivi hanno una media di 80.3 anni, e sono prevalentemente uomini. Le donne sono il 25,8%. Le fasce di età più colpite sono a partire dai 70 anni, con un picco tra 80 e 89 anni. E anche la letalità è purtroppo più elevata nelle persone oltre gli 80 anni. La maggioranza – ha aggiunto il presidente dell’Iss – è portatrice di patologie croniche, solo due persone non sono risultate al momento portatici di patologie, ma sono cartelle cliniche che non abbiamo ancora analizzato nel dettaglio». “Tre o più patologie” per il 46-47% dei casi. Età “mediamente più bassa” rispetto al dato generale per chi va in terapia intensiva e muore. “Dispnea e febbre” i sintomi più comuni nei casi gravi.