Gianni Mura morto. Se n’è andato all’improvviso, a 74 anni, per un attacco cardiaco. Gianni Mura è stato una delle firme più autorevoli del giornalismo italiano degli ultimi 50 anni, scrivendo pagine memorabili sullo sport e sul nostro paese. Storico collaboratore del quotidiano La Repubblica, Mura si è spento nella notte a Senigallia. Milanese di origine, come il conterraneo Gianni Brera sarà ricordato per lo stile inconfondibile, l’ironia e la profonda cultura che guidavano i suoi scritti.
Gianni Mura morto: biografia di un fuoriclasse del giornalismo sportivo e non solo
Giornalista, scrittore. Gianni Mura, classe 1945, ha scritto migliaia di articoli di sport che trasudano passione, amore per questo universo amato dagli italiani. Il suo stile era in grado di avvicinare anche il tifoso “normale”, attraverso la capacità di evocare sentimenti, coinvolgere con aneddoti divertenti, senza concessioni al nozionismo, ma figli di una padronanza assoluta degli argomenti. Inizia come praticante alla Gazzetta dello Sport nel 1964. Quello che doveva essere un semplice “tirocinio”, diventa per lui un lavoro e un’inizio di carriera lungo otto anni. Nel 1965 è già corrispondente de “la Rosa” al Tour de France: il ciclismo sarà la sua passione più grande, cui dedicherà pagine memorabili.
Nel 1967 diventa giornalista professionista. Collabora poi al Corriere d’Informazione, Epoca e L’Occhio. Dal 1976 entra nella squadra di Eugenio Scalfari a Repubblica, per la quale segue le Olimpiadi di Montreal. Dal 1983 entra stabilmente nella redazione del quotidiano romano, da cui non si separerà più. Indimenticabile la sua rubrica domenicale intitolata “Sette giorni di cattivi pensieri”. Gianni Mura amava osservare gli uomini: da questa sua grande attitudine nascerà anni dopo la rubrica “Storie di Mura”, sul giornale di strada Scarp de’ tenis. Era anche un amante dell’enogastronomia: sul Venerdì di Repubblica ha firmato per anni insieme alla moglie Paola la rubrica “Mangia e bevi”.
I libri di Gianni Mura
Tra i tanti libri, nel 2007 scrisse il suo primo romanzo, Giallo su giallo, vincitore del Premio Grinzane, ambientato al Tour de France. Gianni Mura è stato tra i più grandi raccontatori del Tour de France. Uno dei sui libri più belli narra proprio le esperienze da cronista al seguito della “Grande Boucle”, la più importante corsa a tappe del ciclismo: La fiamma rossa. Storie e strade dei miei tour (Minimum Fax, 2008).
La citazione
Le parole di addio di Gianni Mura a Gianni Brera, illustre collega ed amico, oggi suonano perfette per il nostro ultimo saluto a lui.
E scrivevi come vivevi, da persona piena di umori e di amori, con una cultura larga e profonda che andava dalla pesca degli storioni all’uso del verso alessandrino. E le invenzioni, Giovanni, i neologismi. Ne hai inventate di parole.