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Coronavirus, lo stampatore di libri che dona mascherine: «Non conta essere il più ricco del cimitero»

23/03/2020 11:22 - Aggiornamento 23/03/2020 11:24

Libri e mascherine, due oggetti fondamentali ai tempi del Coronavirus. Su ‘Repubblica’ l’intervista a Fabio Franceschi, proprietario dell’azienda Grafica Veneta, famosa per aver stampato nel mondo Harry Potter. Il manager 51enne ha deciso di riconvertire una rotativa per produrre e regalare due milioni di mascherine alla Regione«Non ci ho pensato più di un minuto, e certo non mi autocelebro. I veri eroi di questa guerra sono i medici e gli infermieri», ha raccontato l’imprenditore, che non è nuovo a ‘folli’ imprese. Non parliamo solo della saga di J.K. Rowling: Grafica Veneta ha stampato in meno di un giorno il libro-testamento di Nelson Mandela; con la stessa velocità, ha prodotto l’instant book scritto da Barack Obama, allegato al New York Times; e ancora la biografia di Michael Jackson, distribuita il giorno dopo la morte del re del pop.

Fabio Franceschi

Coronavirus, lo stampatore di libri che dona mascherine: «Non conta essere il più ricco del cimitero»

A Marco Patucchi di ‘Repubblica’ Fabio Franceschi ha spiegato come è nata l’idea di produrre mascherine nella sua azienda: «A inizio marzo ho incontrato il governatore Zaia che mi ha chiesto che potevo fare visto che nella mia azienda arrivano trenta autotreni di carta al giorno. Questa cosa mi ha segnato, mi ha commosso. Era sabato quando ho incontrato Zaia, la domenica mattina ho fatto una riunione con i miei collaboratori e gli ho comunicato l’idea di produrre le mascherine. Alle prime, comprensibili perplessità tecniche e operative ho troncato il dibattito: ‘Entro mercoledì dobbiamo essere pronti a fare le mascherine. Senza se e senza ma’ . Se vai all’ospedale non ti dicono ‘torni’ domani, ti curano e basta. Poi però non ho dormito per cinque giorni mentre Zaia continuava a promettere le mascherine a destra e manca». 

Fabio Franceschi

L’imprenditore Fabio Franceschi: «I clienti hanno capito benissimo la situazione, sono stati comprensivi…»

Una decisione che ha comportato delle modifiche tecniche notevoli: «Abbiamo smantellato con gli addetti della nostra officina una delle quattordici rotative, la  più nuova, una macchina che vale 12 milioni di euro, e abbiamo ristrutturato i processi di stampa». E che ha spinto l’imprenditore veneto a riorganizzare il calendario della sua produzione ordinaria: «Gli effetti della guerra dei dazi tra Usa e Cina avevano spostato negli States il bilanciamento della nostra produzione. Abbiamo contratti in essere importanti in America, ma i clienti hanno capito benissimo la situazione, sono stati comprensivi, così abbiamo spostato di circa un mese la consegna. Non solo, sempre dagli Usa mi hanno telefonato per chiedermi la disponibilità a produrre 500 milioni di mascherine per quel mercato…». Non si tratta di mascherine di carta, ma di “tessuto non tessuto”: «Ovviamente non è un prodotto chirurgico, ma uno schermo protettivo monouso che può servire la popolazione asintomatica. Ha la durata di un giorno intero, presenta una percentuale di filtraggio adeguata ed è realizzato in un tessuto molto dolce». 

Grafica Veneta

Coronavirus, lo stampatore di ‘Harry Potter’ produce e regala mascherine: «Ho toccato la morte, esiste solo la donazione…»

Tanti hanno scelto di vendere le mascherine, il patron Fabio Franceschi invece non vuole guadagnarci su: «Per chi, come me, ha toccato la morte, esiste solo la donazione. Poi le dico un’altra cosa: a 18 anni ero un operaio e ora non lavoro solo per i soldi. È una grande soddisfazione sentirsi utile per gli altri, e mi ha commosso l’altro giorno vedere uno striscione a Trebaseleghe, dov’è la tipografia, con su scritto ‘Grazie Fabio per il regalo’. Mio nonno mi diceva sempre che non conta niente essere il più ricco del cimitero». E accanto alle mascherine se potesse metterebbe un solo libro: «La Bibbia. In ogni pagina ci puoi trovare un tesoro». 

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