Su ‘Ok Salute Benessere’ l’intervista a Stefano Clerici, psicologo, psicoterapeuta e Coordinatore del servizio di psicologia clinica della salute IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, che spiega come affrontare al meglio il periodo che stiamo vivendo e la fase successiva che subentrerà (salvo contro tendenze inaspettate) nei prossimi giorni. Se la curva dei contagi continua a scendere, come gli esperti auspicano, subito dopo Pasqua si avvierà un graduale ritorno alla ‘normalità’. Coronavirus 2 fase come sarà? «La prima cosa che va detta è che è normale sentirsi a disagio o allarmati per la situazione stressante che stiamo vivendo. Mi preoccuperei del contrario. Il virus ci ha fatto capire che non siamo invincibili. Bisogna ripartire da qui!», ha esordito l’esperto aggiungendo: «È certamente un momento sfidante, ma che può rappresentare anche la possibilità di uscirne meglio di come eravamo entrati. Possiamo liberarci da tanti orpelli mentali che ci eravamo creati e concentrarci sui valori veri. Capire che nulla è scontato, neanche il pranzo della domenica dalla mamma. Questo potrebbe portarci a dare un senso diverso alle nostre abitudini».
Coronavirus 2 fase, l’esperto: «Il Covid-19 sarà una presenza costante per diversi mesi»
Il Coronavirus ha mandato in pezzi la nostra quotidianità: «Ci siamo ritrovati improvvisamente da una situazione in cui la nostra vita era incentrata sulla socializzazione da contatto, a un’altra in cui dobbiamo restare chiusi in casa e quando usciamo dobbiamo rispettare il distanziamento sociale», ha spiegato lo psicologo Stefano Clerici. Nel corso dell’intervista qualche consiglio su cosa fare in questi giorni difficili: «La nostra vita nella maggior parte dei casi è fatta di abitudini. Quelle ci sono venute a mancare. La difficoltà più importante è stare da soli: soli come single, ma anche soli all’interno della famiglia. Siamo “costretti” a pensare, siamo obbligati a convivere con i nostri limiti. Prima eravamo molto distratti dal contorno sociale in cui eravamo immersi». L’esperto ha chiarito anche perché ci sono ancora persone, che nonostante le ammende, non riescono a stare a casa: «Bisogna capire da cosa stanno fuggendo. All’interno del nucleo familiare ci possono essere anche situazioni complesse. C’è poi una categoria di persone che si sente onnipotente o che semplicemente pensa che la malattia non lo riguardi. Prendiamo ad esempio un fumatore: si sa con certezza che fumare fa molto male. Chi continua a fumare non pensa che la malattia colpirà proprio lui. Così chi esce anche quando non dovrebbe, mette in atto lo stesso meccanismo di negazione».
Cosa fare in questi giorni di quarantena
Il dottor Clerici ha proseguito: «Non dobbiamo fare gli eroi e dire apertamente che oggi non stiamo bene. Insomma è vietato implodere. È vero, non possiamo toccarci, però possiamo chiamarci, anche videochiamarci se ci fa sentire meglio. L’esempio classico è di un nonno o di una nonna che voglia rimanere in contatto anche visivo col proprio nipotino. Tutte le attività che ci procurano piacere possono fare al caso nostro. Tornare a dipingere, oppure a suonare la chitarra che avevamo riposto nell’armadio. Quante volte abbiamo detto nella vita prima del coronavirus che se avessimo avuto del tempo, avremmo voluto imparare una lingua straniera? Questo è il momento di farlo. In molti restano fermi, perché spesso diciamo di voler realizzare i nostri sogni, ma alla fine era solo l’idealizzazione di noi stessi. Anche fare attività fisica può avere un ruolo importante. Lo yoga, ad esempio, può essere una scelta importante, perché mette in contatto la parte fisica con quella spirituale».
Coronavirus 2 fase: «È difficile immaginare come sarà la ricostruzione della nostra socialità»
Coronavirus 2 fase comporterà un ritorno alla normalità progressivo: «È difficile immaginare come sarà la ricostruzione della nostra socialità, con le regole del distanziamento sociale e della mascherina. Complicato pensare alle vacanze, all’estate, alla spiaggia, agli incontri, ai bar e ai ristoranti. Ci sarà ancora molta diffidenza: ogni persona che incontriamo potrebbe trasmetterci il virus. Ci abitueremo a un galateo igienico che prima non conoscevamo. Tutti noi avremo amici che avranno sviluppato la malattia. In tanti avremo avuto anche dei lutti. Ci saranno ancora molti mesi di convivenza con il nemico, il coronavirus. La maggior parte di noi terrà uno stile distaccato e attento. Sarà una società più chiusa, dove tenderemo a frequentare le persone che conosciamo meglio». Un cambiamento che riguarderà anche la sfera intima: «Prediligeremo le persone che conosciamo già. Anche negli approcci sessuali ci sarà più diffidenza e questo ci spingerà a frequentare, chi abbiamo già frequentato. Saranno molto più rare le avventure di una sera, anche se questo non vuol certo dire che ci fidanzeremo tutti. (…) Del resto la presenza delle malattie sessualmente trasmissibili, come anche l’Aids, hanno reso prudenti solo alcuni. Basti pensare che c’è chi è disposto a pagare di più per una prestazione sessuale senza protezione». Niente sarà più come prima? «Occorrerà una vera e propria ricostruzione della vita privata e sociale. Non ci sarà un “liberi tutti”: il virus continuerà a essere una presenza costante per diversi mesi. Sarà un lento e progressivo ritorno alla normalità che potrà anche essere una nuova normalità», ha concluso lo psicologo.