Allentate le misure di contenimento. Il premier Giuseppe Conte, parlando in conferenza stampa, ha annunciato la riapertura a partire da martedì 14 aprile, naturalmente nel rispetto delle misure di prevenzione, di librerie, cartolerie, negozi di vestiti per bambini e neonati. Il tanto atteso Dpcm 10 aprile ha previsto pure lo sblocco di alcuni codici Ateco, legati al settore dell’agricoltura e del legname. In arrivo singole deroghe e nuove restrizioni per le attività aperte, con l’obbligo di mascherine per i dipendenti e prodotti per disinfettare le mani vicino alle casse. Per quanto riguarda i supermercati, ad esempio, orari più lunghi per evitare code e assembramenti. Tra le indicazioni sanificazioni almeno due volte al giorno. Infine ingresso uno alla volta nei piccoli negozi e dove possibile, percorsi diversi per entrate e uscite. Qualche italiano però storce il naso e si chiede se era poi tanto necessario aprire le librerie. Opportuno dunque qualche chiarimento.
Coronavirus riapertura librerie, boccata d’ossigeno per l’editoria: in un mese persi 25 milioni
«Dobbiamo continuare i nostri sforzi, anche con i giorni di festa, dobbiamo continuare a mantenere le distanze sociali», ha spiegato deciso ieri il premier Conte. La proroga del Dpcm firmato dal presidente del consiglio “vale anche per le attività produttive, vogliamo ripartire quanto prima ma non siamo ancora in condizioni di ripartire a pieno regime”. Una boccata d’aria riguarda i più piccoli: annunciata la riapertura di cartolibrerie, librerie, negozi per bambini e neonati. Non solo. «Apriamo anche qualche attività produttiva, in particolare il taglio dei boschi per fornire i combustili solidi e attività forestali», ha rimarcato il premier. Per altre tre settimane toccherà agli Italiani restare a casa, salvo “comprovate esigenze lavorative”, necessità o motivi di salute. Chiusi ancora bar, ristoranti e pub. Parimenti parchi e aree gioco; confermato lo stop di tutte le attività sportive. Vietati gli spostamenti da dove ci si trova, questo proprio per evitare ressa alle autostrade e nelle località di mare e montagna.
«Perché le tabaccherie sì e le librerie no?»
La riapertura delle librerie arriva dopo settimane difficili, in cui da Nord a Sud ci si era mobilitati puntando sul servizio di consegna a domicilio. Non erano mancati gli accorati appelli di librari, editori e scrittori: «Perché le tabaccherie sì e le librerie no?». Con l’emergenza Covid-19 le vendite sono crollate, l’editoria italiana allo stremo. La notizia della riapertura quindi è stata commentata positivamente dal presidente dell’Associazione Italiana Librari Paolo Ambrosini: «Bene la riapertura delle nostre librerie, ma siamo consapevoli che questa riapertura non ci ridarà gli oltre 25 milioni persi in questo primo mese. Per questo chiediamo l’istituzione di un Fondo speciale con contributi a fondo perduto. Come associazione stiamo già lavorando per dare tutte informazioni necessarie alla rete delle librerie per organizzare in sicurezza la riapertura dei negozi, in pieno rispetto delle normative igienico sanitarie a tutela nostra, dei nostri collaboratori e dei clienti».
Coronavirus riapertura librerie, Levi: «Bene, ma per uscire dalla crisi indispensabili gli aiuti di emergenza»
Sulla stessa lunghezza d’onda, ma più cauto, il presidente dell’Associazione Italiana Editori, Ricardo Franco Levi: «Bene e giusto che i librai possano riaprire. Ma per uscire dalla crisi indispensabili gli aiuti di emergenza. Naturalmente spetta alle singole librerie l’ultima parola sulla riapertura dei loro esercizi, a tutela della salute dei clienti e dei librai, valore primario per noi tutti. Riaprire le librerie è un primo passo perché il mondo del libro possa tornare alla normalità e uscire dalla gravissima crisi nella quale tutti ci troviamo. Per questo, sono indispensabili gli aiuti di emergenza che insieme, editori e librai, abbiamo chiesto e che confidiamo siano immediatamente messi in campo con il prossimo provvedimento di sostegno all’economia».