Giornalismo di m**da che racconta una politica di m**da. Non ha dubbi Filippo Rossi, fondatore della Buona Destra, nel definire l’attività del direttore di Libero Vittorio Feltri. Il giornalista ultrasettantenne bergamasco, noto per la sua irriverenza e per le sue intemperanze, negli anni ha sempre più involgarito i toni dei suoi editoriali. “Scritti con le tonsille”, commentava tempo fa Michele Serra. O anche con il c**o tanto per usare il linguaggio tanto caro proprio al buon Vittorio. Gli insulti ai meridionali pronunciati durante la trasmissione Fuori dal coro di Mario Giordano, un esempio squallido di razzismo, sono solo la classica goccia che fa traboccare il vaso. Per cui sì, siamo d’accordo con Rossi e anche con Sandro Ruotolo, giornalista e oggi senatore, campano, che con l’avvocato Francesco Barra Caracciolo ha deciso di denunciare Feltri.
Ma Vittorio Feltri di chi è figlio? Qual è la cultura entro la quale prolifera questa sottospecie di giornalismo, o meglio, comunicazione che assomiglia ai deliranti scritti razzisti del ventennio fascista? Ancora una volta ci viene in aiuto Filippo Rossi, “perché qualcuno alla fine dovrà pur dirlo”, fa notare il direttore di Caffeina Festival in un post su Facebook. “Vittorio Feltri è il degno rappresentante di una cultura politica schifosa, è la punta di diamante dell’estremismo di destra italiano. E non è da oggi che Feltri ha scelto di rappresentare questo ruolo indegno. Feltri fa un giornalismo di merda da anni. Giornalismo di merda che racconta una politica di merda. Che esalta una politica di merda. Non scordiamoci mai che Coatta Meloni lo aveva indicato come presidente della repubblica. Feltri al posto di Mattarella, vi rendete conto?”.
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Che sia la punta di diamante dell’estrema destra è ormai evidente. Negli ultimi tempi Vittorio Feltri fa pure meglio di Matteo Salvini. Il capitano ha perso un po’ di smalto e visibilità durante questa lunga crisi del coronavirus e l’aiuto del buon Vittorio è utile alla cloaca comunicativa della destra becera.
“Dobbiamo avere il coraggio di dire le cose come stanno, senza infingimenti – incalza Rossi – senza “buonismo” (direbbero loro). E oggi che Feltri è arrivato al punto di non ritorno (“meridionali inferiori”) nessuno si azzardi a giustificarlo con il suo oggettivo rincoglionimento senile. Perché Feltri è questo, ed è sempre stato questo. E se può dire queste cose è perché qualcuno peggio di lui come Mario Giordano lo invita e gli dà la parola. Delinquenti politici, ecco cosa sono”.
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Fino a che la destra politica sarà animata da soggetti che fanno dell’odio, del razzismo, della violenza verbale una ragione d’esistenza, non potrà mai essere una “buona” destra, quella sognata da Rossi e da milioni di altri italiani che oggi non si sentono rappresentati. “E prima o poi – conclude Rossi – la destra italiana dovrà liberarsi da questa feccia. Perché fino a quando la faccia della destra sarà questa, solo una cosa bisogna sperare: che non vadano mai al governo”. >> Gli editoriali di UrbanPost