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Matteo Salvini e la polemica sul 25 aprile, sparate da popolarità in calo: “Bello ciao!”

22/04/2020 22:10

Matteo Salvini sente scricchiolare la corazza da capitano. Non si spiega diversamente il nervosismo palpabile in questi giorni nelle uscite del leader della Lega. I sondaggi, anche quelli sul suo gradimento come leader, sono in caduta libera. E il Capitano s’innervosisce. Fa giravolte sul tema della ripartenza dopo il Coronavirus e viene sbeffeggiato sui social. Un fatto impensabile fino a poche settimane fa.

matteo salvini

Oggi l’uscita sul 25 aprile con annessa polemica su chi “canta bella ciao e invece dovrebbe lavorare di più”. Un attacco neanche troppo velato alle Sardine che l’hanno contestato per mesi nelle piazze questo inverno. ma soprattutto a quella (piccola) parte della sinistra italiana che ha ancora a cuore il garantismo. Ma Salvini fa un minestrone, nella polemica sul 25 aprile mette dentro tutto: coronavirus, scarcerazioni di detenuti al 41bis con problemi di salute, vittime di mafia.

Salvini attacca il ministro della Giustizia. Lo fa sbroccando contro chi a suo dire insulta le vittime di mafia liberando pericolosi criminali ma poi canta bella ciao sul balcone. “La libertà è il valore fondamentale che ci hanno lasciato i nostri genitori, i nostri nonni, e non può essere rimessa in discussione da parte di qualcuno nel nome del virus”. Matteo Salvini, lo ha detto oggi rispondendo in conferenza stampa a una domanda sul 25 aprile, la festa di Liberazione. “Le vittime di mafia – ha aggiunto – si staranno rivoltando nella tomba alla notizia dell’uscita di carcere dal carcere alcuni capi”. Poi un’ovvietà prima di lanciare l’affondo. “E’ chiaro che sarà un 25 aprile particolare, come sarà un primo maggio particolare ,ma come sono tutte le giornate” in questo periodo di crisi, ha detto.

“Vorrei – sottolinea – che qualcuno al ministero della Giustizia abbia il buon gusto di ritirare una circolare, grazie alla quale mafiosi stanno uscendo e rischiano di uscire in maniera massiccia dalle carceri italiane, perché la libertà conquistata dai nostri nonni”, aggiunge riferendosi alla Liberazione, “non è in vendita, non basta cantare ‘Bella ciao’ sul balcone Il 25 Aprile per dirsi italiani”. “Ecco mentre qualcuno canta ‘Bella ciao’ – incalza Salvini – ti escono tre camorristi di galera, cantare di meno e lavorare di più magari a qualcuno potrebbe essere utile”. Infine la contraddizione: “Mi auguro – conclude – che il 25 aprile coincida con una giornata di libertà, di libertà vera, tutelando la salute di tutti”.

Già, tutti tranne chi è in carcere dunque. Detto da uno che è stato ministro dell’Interno, fortunatamente per poco tempo, potrebbe anche apparire normale. Peccato che poco prima Salvini abbia ricordato di “tutelare la salute di tutti”. Insomma, poche idee e pure confuse. Sì caro Matteo, anche chi è in carcere e sta espiando la pena per delitti di ogni tipo, anche i più gravi, ha diritto alle cure, alla sua salute. Questo è lo stato di diritto scolpito nella nostra Costituzione e molto, troppo spesso negato. Sì Matteo, è la Costituzione quella voluta dai nostri nonni, sognata e conquistata con il sangue già molto prima di quel 25 aprile che ci ha liberati dall’oppressione nazifascista.

Ma Salvini non può non sapere, semplicemente non vede. Come non ha visto lo stato di diritto negato a quei migranti sequestrati su un nave militare italiana. Vicenda per cui andrà a processo. Diritti negati non solo nelle carceri, come denunciano da anni i Radicali italiani, dunque. Prima di parlare di 25 aprile e insultare chi questi diritti li difende, la prossima volta Matteo, conta fino a dieci e dai uno sguardo alla tua storia politica. Bello ciao.