Il governatore del Veneto Luca Zaia è deciso: bisogna ripartire il prima possibile. Considerato il trend positivo che sta caratterizzando la Regione, a parere suo non c’è più necessità di prolungare il lockdown e posticipare la riapertura al 4 maggio ma, con le dovute sicurezze, si può riprendere ogni tipo di attività lavorativa. Il Dpcm firmato dal Presidente Conte, però, ha valenza nazionale, e non può essere scavalcato da un’ordinanza regionale. Secondo Zaia, tuttavia, il Veneto non sta contrastando la strategia governativa, bensì vuole “portare un principio di buon senso e rispetto nei confronti del cittadino”.
Riapertura 4 maggio, Zaia non ha intenzione di ritirare le ordinanze
“Le battaglie legali non portano a nulla. Non facciamo ordinanze per cercare prove muscolari o per buttarla in politica. A me sembra che il ministro Boccia, in rappresentanza del Governo, abbia compreso le nostre volontà. Penso che per la quasi totalità delle misure oggetto di ordinanza ci sia la possibilità di dimostrare un allineamento col Dpcm per cui non le ritiriamo“, ha spiegato il governatore veneto Luca Zaia. “Il Veneto può aprir tutto, ovviamente su base solida di una certificazione che ci dà il Comitato scientifico. Ma noi potremmo, in linea di principio, affrontare qualsiasi tipo di apertura”. Il presidente di Regione Zaia ha quindi confermato la volontà di accelerare l’allentamento delle restrizioni contro la diffusione del coronavirus.
“Il tema è capire se tutti noi entriamo nell’ordine delle idee che non è finita e che stiamo convivendo col virus.- ha detto La mascherina è una delle condizioni per fare questa battaglia. Penso che la direzione, sentendo i vari colleghi, andrà verso la riapertura differenziata tra le regioni”. La richiesta che stanno presentato svariati governatori, infatti, è quella di lasciare più autonomia di decisione alle Regioni, così che tutte possano scegliere il percorso da seguire nella fase 2, considerando le necessità di ogni territorio.
Riapertura 4 maggio, Zaia: “Situazione in progresso”
Ricordando il disagio che molti genitori saranno costretti ad affrontare a partire dal 4 maggio, quando più di 4 milioni di italiani torneranno al lavoro, Zaia ha detto: “Abbiamo ribadito al Governo portando la nostra e totale disponibilità per la partita dei minori che non hanno la possibilità di essere seguiti dai genitori che devono andare al lavoro. Continuiamo a dire che una misura urgente e straordinaria ci vuole subito”. Perché “aprire tutto il 4 mattina e sapere che ci sono dei minori che inevitabilmente rischiano di stare da soli a casa, penso non sia sostenibile. L’appello che voglio fare al Ministro dell’Istruzione e in generale, è di attivare tutte le misure possibili e immaginabili rispetto a quello che è scuola e edifici scolastici”.
Inoltre, riguardo al congedo parentale si chiede che “sia sostenuto per bene finanziariamente”, cosi come dovrebbero esserlo “eventuali spese per baby sitter. Infine c’è la nostra disponibilità a metter in piedi un network di diverse strutture (scuole paritarie, asili, grest, centri estivi, associazioni sportive), una rete sociale di gestione dei bimbi che hanno necessità di assistenza mentre i genitori sono al lavoro”.
Zaia anticipa la fase 2
Tornando invece alla questione lavoro, il Veneto a causa dell’emergenza coronavirus perderà 50 mila posti di lavoro. Di questi, 35 mila solo nel mondo del turismo che comprende anche bar e ristorazione. E’ esattamente il motivo per cui bisogna ridurre i tempi, là dove è possibile. E secondo Zaia, la situazione delle aperture in Veneto “è in progresso, nel senso che stiamo discutendo le modalità da attuare e le scelte da portare avanti da dopo il 4 di maggio”. Tra i temi al centro dell’attenzione, quello che è “ormai un problema sociale, un grande tormento per molti, che è quello delle altre attività produttive come quella del servizio alla persona (parrucchieri, estetisti, ristorazione, bar, divertimento, turismo, che hanno un indotto importante nella nostra economia”.
Di fatto, Zaia aveva già anticipato la fase 2 una settimana fa con un’ordinanza. Venerdì scorso, infatti, ha firmato un documento finalizzato a “togliere tutte le restrizioni di rimaste”, consentendo alcune deroghe alle misure prese fino a oggi, in particolare facendo riferimento al settore commerciale. Il rischio però è quello di voler sovrastare i Dpcm che, giuridicamente, hanno un valore maggiore rispetto alle ordinanze regionali. >>Tutte le notizie di UrbanPost