Silvia Romano attacchi dopo la liberazione, un “trauma nel trauma” per la giovane liberata dopo una prigionia in Africa lunga oltre 18 mesi. Una nota dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, diffusa oggi dalla Adnkronos Salute, denuncia i danni che la giovane potrebbe subire dalla traumatica “accoglienza” al suo ritorno in Italia. C’è chi è arrivato, nella sua follia delinquenziale, a chiederne addirittura l’impiccagione. E nemmeno dalla politica nazionale, da cui vorremmo si levasse un unanime e decoroso silenzio, arrivano messaggi positivi, anzi, tutt’altro.
“Un bel tacer non fu mai scritto: sostegno e solidarietà a Silvia e alla sua famiglia”
In questi minuti apprendiamo della chiusura del profilo Facebook di Silvia, bersaglio di insulti e vigliaccate della peggiore risma. “Gli attacchi di questi giorni” contro Silvia Romano – scrivono gli psicologi lombardi – “rappresentano un pericolo grave per il suo benessere e la concreta possibilità di contribuire a un ulteriore trauma sul trauma”. L’Ordine degli psicologi della Lombardia chiede così silenzio sulla giovane cooperante liberata dopo un sequestro di 18 mesi: per dirla con un proverbio, “un bel tacer non fu mai scritto”, ammoniscono gli esperti esprimendo “sostegno e solidarietà a Silvia e alla sua famiglia”.
“Ricordiamo che Silvia è la vittima di un rapimento, un evento traumatico estremo. La nostra comunità professionale sottolinea l’importanza di rispettare, anche con un opportuno silenzio, il momento che Silvia sta attraversando”, sottolineano gli psicologi lombardi.
Silvia Romano, attacchi dopo la liberazione: l’indegno spettacolo della “politica”
E’ difficile, anzi impossibile, chiamarla “politica”. La cloaca di insulti, di violenza e incitazione all’odio fomentata da alcuni esponenti politici di secondo piano non sorprende ma fa indignare, spaventa. Spaventa per il suo carico di odio nei confronti di una giovane donna, privata dei suoi affetti per mesi e solo per una “conversione” all’Islam di cui non conosciamo affatto i contorni. Tra gli attacchi più violenti c’è quello di Nico Basso. L’uomo ha postato una foto di Silvia Romano e sotto ha scritto “impiccatela”. E’ un consigliere comunale di Asolo (Treviso), un ‘venetista’ capogruppo della civica “Verso il futuro”, ex assessore della giunta comunale leghista del comune trevigiano. Su questo episodio, la procura di Milano per mano del pm Alberto Nobili ha aperto un fascicolo per minacce aggravate. Nulla però, nemmeno una parola di sdegno, abbiamo letto e sentito dai “colleghi” dello pseudo-politico in questione.
Oggi è arrivato anche l’immancabile insulto sessista. Ha scritto in un commento su Facebook Emilio Moretti, assessore all’Edilizia a Sorrento, in Campania: “Silvia Romano l’avete guardata bene? Dove li trova altri uomini?” Le parole del politico locale, che è pure un avvocato, sono state scritte a commento di un post Facebook della segretaria cittadina della Lega di Matteo Salvini.
Mi fate notare, “ma loro sono odiatori seriali, l’hanno dimostrato in moltissime occasioni in questi anni”. E’ vero. Lo hanno fatto e continuano a farlo con gli immigrati, con chi manifesta in piazza per una “politica migliore”. E il sessismo fa parte del loro “bagaglio culturale”, come ben ha denunciato la sardina Jasmine Cristallo. Per quanto dobbiamo sopportare ancora questo? Quando avrete, ci chiediamo, un sussulto di dignità umana? Prima di tutto per voi stessi >> Gli editoriali di Urbanpost