L’Italia è in fase di riapertura, il 18 maggio finalmente riprenderanno quasi tutte le attività commerciali dal parrucchiere al negozio di vestiti. La Toscana, che all’inizio spingeva per riaprire il prima possibile, ora è meno convinta e frena la riapertura. Si pensa ad un frazionamento della ripresa delle attività. Non è ancora ufficiale, ma le date potrebbero essere: lunedì 18 maggio via libera a negozi di vicinato e probabilmente anche ad ambulanti e servizi alla persona; fra il 23 e il 24 maggio apertura di bar, ristoranti e locali; il 30 maggio tutte le attività turistiche ferme.
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Riapertura, Toscana frena
Quella di ieri è stata una giornata complicata per commercianti, imprenditori, politici e amministratori, fra incontri con il Governo, confronti fra Regioni e tavoli con le categorie economiche. L’accordo di massima per la riapertura del 18 è stato raggiunto in tarda serata tra Governo ed enti locali, in seno alla conferenza Stato-Regioni. La Toscana inizialmente era tra le sostenitrici dell’apertura anticipata, si pensava all’11 maggio. Poi l’intero Consiglio regionale, riunito giovedì, si era allineato sul 18, come data unica. Il presidente della Regione Enrico Rossi però aveva frenato, parlando dell’opportunità di scaglionare i provvedimenti. Alla fine è prevalsa la linea di prudenza.
Perché si vuole rallentare
A frenare Enrico Rossi pare ci sia l’indice di contagio, sbandierato per giorni come «saldamente sotto lo 0,6» e poi scomparso dalle note ufficiali. Si tratta di un dato che certifica quante persone sono state contagiate in media da ogni positivo. Ad oggi sembra che il dato sia già salito fra lo 0,7 e lo 0,8, anche se bisogna aspettare qualche giorno per considerarlo consolidato. In ogni caso questo lieve picco è bastato per scoraggiare il presidente della Regione Toscana. In fondo la prudenza non è mai troppa.
«Condividiamo l’impostazione del governo e siamo soddisfatti del metodo, cioè del ruolo riconosciuto alle Regioni. – ha detto Rossi – Siamo al lavoro con le Regioni per definire protocolli da integrare alle linee guida nazionali». Le tre date sono sul tavolo ma oggi potrebbero esserci ulteriori modifiche. C’è anche un altro nodo centrale. «Il punto cruciale non sono tanto le date, sulle quali concordiamo – spiega Simone Gheri, il direttore di Anci Toscana – quanto le norme imposte dall’Inail. Al momento sia i balneari che i ristoranti le ritengono inapplicabili». >>Tutte le notizie di UrbanPost