M5S soldi dal Venezuela. Ieri la notizia di un presunto finanziamento di 3,5 milioni da parte di Chavez al Movimento 5 Stelle, proprio negli anni della sua nascita, ha per un attimo paralizzato la politica italiana. La smentita è arrivata molto in fretta, e il documento che proverebbe lo scambio di denaro è stato dichiarato un falso. Ma Marcos Garcia Rey, il giornalista che ha pubblicato il documento che testimonia il legame tra il Venezuela e il Movimento 5 Stelle, sembra essere molto certo di quanto scritto.
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M5S soldi dal Venezuela, Marcos Garcia Rey: “Prima di pubblicare ho fatto ogni verifica, era mio dovere”
“Seguo la pista che dal Venezuela porta al Movimento 5 Stelle da almeno tre mesi. Ho capito subito che stavo per cacciarmi in un vespaio”, dichiara il giornalista. “Quando c’è in ballo la politica è sempre così. Ma, insomma, non sono un novellino incosciente: ho 46 anni, coordino un master di giornalismo investigativo, faccio parte dell’Icij, l’International consortium of investigative journalists, prima di pubblicare era mio dovere fare ogni possibile verifica“. Anche perché una causa per querela è molto costosa. Per questo alla domanda “E l’hai fato?” risponde: “Certo, sono un freelance, non posso perdere un processo per querela”.
Sembra essere molto convinto Marcos Garcia Rey, nonostante la smentita arriva già ieri del finanziamento pari a 3,5 milioni di euro inviato dal Venezuela al Movimento 5 Stelle nel 2010 per mezzo di un diplomatico. Marcos Garcia Rey però questo lo fa di mestiere, e non è la prima volta che mette in cattiva luce il governo sudamericano. “Indago sul Venezuela da tre anni ormai, e ho contatti con diversi Paesi. Chiedo, scavo: è così che si fa giornalismo, no? Scrivo cose di interesse pubblico, non fango politico“, sottolinea. E per farlo scava: “Scrivo dei conti svizzeri di alti funzionari del regime di Maduro. Di loro proprietà acquistate all’estero. Del saccheggio della compagnia petrolifera venezuelana. Tutte notizie confermate da conti correnti, mail, documenti.” E a oggi non ha ancora preso neanche una condanna per diffamazione.
Il giornalista: “Ho verificato ogni dettaglio”
Ma quindi, il documento è vero oppure no? Ed è arrivato davvero per posta? “Mi è arrivato da una fonte attendibile e già sperimentata. In più l’ho verificata in ogni dettaglio“. Sì, ma come? “Con fonti umane e documentali. L’ho mostrato a persone che conoscono la prosa del regime e in particolare dei suoi servizi segreti, persone che hanno familiarità con i timbri e i simboli che all’epoca usava il governo. Ho confrontato la loro opinione con fonti aperte e fonti segrete. Ho controllato che tutti gli incarichi descritti nella lettera fossero corretti al momento della sua presunta redazione. E poi, ovvio, i nomi, le date, il contesto storico. Tutto quadra”, riporta il Corriere della Sera.
Nel suo articolo pubblicato dalla Abc, poi, Maros Garcia Rey sottolinea di aver tentato di dar voce anche ai diretti interessati, cercando di contattare le persone citate per dare loro possibilità di replica. “Ho inviato minimo due lettere a ciascuno. E con un piccolo software ho la prova che abbiano letto le mie domande. So anche per quanto tempo e con che dispositivo”, sottolinea. “Ho fatto solo il giornalista”. >>Tutte le notizie di UrbanPost