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Istat, consumi calati del 4% nel primo trimestre del 2020 a causa del COVID-19

24/06/2020 10:39

L’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19 ha avuto un impatto considerevole sull’economia: le misure di contenimento del contagio hanno costretto molte attività a chiudere, subendo un notevole contraccolpo che la prima fase di allentamento dei provvedimenti non sembra in grado di compensare pienamente. Il regime di quarantena ha modificato anche le abitudini della maggior parte degli italiani, ridimensionando significativamente le occasioni di contatto sociale e rimodulando i consumi. Secondo i dati prodotti dall’Istat (l’Istituto Nazionale di Statistica), il primo trimestre del 2020 ha fatto registrare un calo dei consumi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

In una nota, l’Istituto fa sapere che “le stime preliminari del primo trimestre 2020 mostrano che le misure di contenimento della diffusione del Covid-19 hanno prodotto un calo di circa il 4% della spesa media mensile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”; contestualmente, l’Istat sottolinea come “la marcata riduzione dell’offerta e della domanda commerciale al dettaglio ha determinato una flessione delle spese diverse da quelle per prodotti alimentari e per l’abitazione di oltre il 12% rispetto al primo trimestre 2019”.

Il calo della spesa media mensile viene quantificato anche da un punto di vista monetario; l’Istat registra il passaggio dai 2560 euro del primo trimestre del 2019 ai 2491 euro del medesimo periodo del 2020. Si tratta di dati non certo sorprendenti, dal momento che quasi tutto il mese di marzo è coinciso con il cosiddetto “lockdown”, ovvero la chiusura di buona parte delle attività ricreative e di ristorazione, il provvedimento che ha di fatti eliminato una voce di spesa dal bilancio familiare di tutti i consumatori. È molto probabile che un trend analogo, con numeri leggermente più elevati, verrà registrato anche nel trimestre successivo (aprile – giugno), in cui le misure di contenimento sono state allentate solo a maggio: prevedibilmente i consumi non torneranno immediatamente agli stessi livelli registrati prima del lockdown ma torneranno a risalire in maniera più lenta, anche in considerazione del fatto che alcune attività hanno riaperto in parte o in ritardo rispetto a quanto disposto dal governo.

Cosa attendersi dalla Fase 2

Con la progressiva riapertura delle attività di tutti i settori (specie quelli più colpiti, ovvero ristorazione e abbigliamento), i consumi torneranno inevitabilmente a salire, seppur senza raggiungere, almeno a stretto giro di posta, i livelli precedenti alla diffusione del COVID-19. Il possibile rallentamento dei consumi potrebbe essere in parte imputato ad un leggero aumento dei prezzi, applicato dagli esercenti per compensare parzialmente le perdite registrate durante i due mesi di inattività; il Codacons prevede un aumento della spesa media per famiglia di oltre 500 euro, legato in principal modo ai rincari dei prodotti alimentari, ed in particolare di frutta (+8,4%), per la verdura (+5%), per il latte (+5%) e per i salumi (+3,4%), secondo le stime effettuate dalla Coldiretti.

Durante il periodo di lockdown, mentre alcuni consumi sono crollati, altri sono aumentati sensibilmente, come ad esempio quello relativo al traffico telefonico, sia da fisso che da mobile, bilanciando l’inflazione dei prezzi dei beni agroalimentari; l’Istat ha rilevato che i prezzi dei Beni energetici hanno registrato un’ulteriore flessione sia nella componente regolamentata (da -9,4% a -14,1%) sia in quella non regolamentata (da -2,7% a -7,6%); un trend analogo è stato fatto registrare dai prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni (da -2,6% a -1,3%). Cosa attendersi, quindi, dalla Fase 2 e da quelle successive? Di certo, un lieve aumento dei prezzi di alcuni prodotti e servizi; di contro, molte famiglie non potranno permettersi di sostenere i rincari se, durante il lockdown hanno visto ridotte o azzerate le proprie entrare; per questo, ove possibile, si cercherà di risparmiare, optando per la tariffa più conveniente: per fare questo, vi sono siti specializzati che mettono a disposizione degli utenti un tool online, come quello disponibile a https://www.salvaconto.it/, per confrontare le tariffe dei vari operatori di settore, così da permettere all’utente di selezionare il servizio di cui ha bisogno al prezzo che più gli è congeniale.

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