Una verità condivisa su Ustica e gli altri tragici ed inquietanti misteri d’Italia. A questo lavorano da tempo alcuni italiani: parenti delle vittime, esperti aeronautici, intellettuali, uomini delle Istituzioni, giornalisti. Una verità che prenda atto delle sentenze passate in giudicato e degli atti finalmente rivelati dopo anni di “segreto di Stato”. E che sgombri il campo definitivamente dalle dietrologie, dalle ricostruzioni fantasiose e complottiste. Ricostruzioni basate sul “nulla” dal punto di vista documentale, ma che nella vulgata popolare si sono purtroppo affermate, consegnandoci una versione non veritiera della storia recente d’Italia.
Ma è così per tutte le ombre che costellano la storia repubblicana? Dalle stragi mafiose a quelle attribuite al terrorismo nero, dai rapimenti e assassinii eccellenti a partire da quello di Aldo Moro. No, non è sempre così, tuttavia per tutte le vicende citate esistono coni d’ombra, spesso molto più grandi di quanto ci hanno sempre fatto credere. UrbanPost ha avuto l’opportunità di parlare a lungo con l’onorevole Carlo Giovanardi, politico di lungo corso, deputato, senatore, Vicepresidente della Camera dei Deputati, poi sottosegretario e ministro dei governi Berlusconi, da tempo impegnato proprio su questo terreno. Possiamo e dobbiamo arrivare ad una verità condivisa, basata sui fatti accertati e sui documenti, anche quelli non ancora desecretati nonostante le continue richieste e gli impegni delle massime cariche dello Stato. Giovanardi è tra coloro che più si sono impegnati in tal senso, in particolare per la strage di Ustica.
Una verità condivisa su Ustica, la dobbiamo alle vittime
La strage di Ustica. Il 27 giugno del 1980 alle 20:59, il volo Itavia diretto a Palermo e proveniente da Bologna sparisce nel tratto di mare tra le isole di Ponza e Ustica. A bordo del Douglas DC9 della compagnia italiana c’erano 77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio. Nessuno sopravvisse, una strage. Un’esplosione dovuta a una bomba, un missile, lo scontro con un altro velivolo. In quarant’anni su Ustica sono stati scritti fiumi d’inchiostro, su giornali, nei libri e nelle aule dei tribunali, e realizzati milioni di minuti di servizi filmati, compreso un film e documentario di successo. Ma una verità storica condivisa su cosa sia accaduto quella sera del 27 giugno 1980 nei cieli italiani ad oggi non c’è. Risuonano ancora pesanti le parole pronunciate nel 2007 dall’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che nel giugno del ’80 quando si consumò la tragedia di Ustica era presidente del Consiglio. Cossiga accusava apertamente Francia e Stati Uniti per l’esplosione del DC9 Itavia, colpito da un missile. Un missile francese “a risonanza e non a impatto”, destinato al velivolo libico su cui, a detta di Cossiga, si sarebbe trovato Gheddafi.
Questa versione venne smentita dallo stesso Cossiga il giorno successivo ed ai massimi livelli dai nostri alleati: ci sono le lettere inviate all’allora primo ministro Giuliano Amato dai presidenti francesi e americani Clinton e Chirac. Queste lettere sono state rese note il 2 dicembre 2010 alla Camera dei Deputati in una risposta a nome del Governo Italiano che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi ha dato a una interpellanza parlamentare. Versione smentita anche da una Commissione composta da 11 dei più autorevoli tecnici aeronautici internazionali che hanno potuto visionare e sottoporre ad analisi ciò che resta del DC9 Itavia e cristallizzata nel processo penale a carico dei vertici dell’Aeronautica. Tecnicamente è stato accertato senza alcun dubbio che l’abbattimento del DC9 è stato determinato dall’esplosione di una bomba nella toilette di bordo.
Carlo Giovanardi, esponente della Democrazia Cristiana, nel giugno del 1980 come Consigliere Regionale dell’Emilia-Romagna visse di persona le tragedie di Ustica del 27 giugno e quella della Stazione di Bologna del 2 di agosto. Nella sua lunga carriera Ustica ha sempre avuto un posto di rilievo, con un unico obiettivo: la ricerca della verità. Verità che non è “unica” anche nelle aule di giustizia, un verità dunque negata.
Questo perché una sentenze civili definitive hanno ritenuto “più probabile che non” che il DC 9 sia stato abbattuto da un missile, mentre un processo penale arrivato al terzo e definitivo grado di giudizio ha assolto i vertici militari italiani dall’ipotesi di alto tradimento, per aver occultato le presunte prove di un scontro tra aerei militari nei cieli di Ustica e bollato come da fantascienza o film giallo la tesi del missile e della battaglia aerea, tesi come abbiamo visto smentita anche dalle perizie tecniche effettuate sul velivolo. Tutto questo avviene mentre sono ancora classificati come segreti e non divulgabili i documenti relativi al periodo 1979-1980 sull’attività del terrorismo palestinese in Italia, un’altra delle piste mai esplorate fino in fondo per arrivare alla verità.
Pubblicare le carte ancora segretate: l’appello al presidente Mattarella
Ci sono troppe ombre su questa vicenda. Ombre che potrebbero sparire soltanto con la pubblicazione dei documenti di cui abbiamo parlato e di altri celati negli archivi dei servizi. Per ottenerlo una delle associazioni delle vittime del DC9 Itavia, “Per la verità su Ustica” presieduta da Giuliana Cavazza, che ha perso la madre nel disastro aereo e lo stesso Carlo Giovanardi si sono rivolti direttamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sono ancora in attesa di una risposta che, nonostante le rassicurazioni, tarda ad arrivare.
Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà a Bologna per commemorare le 81 vittime di Ustica e le 86 della Stazione Ferroviaria, anch’essa dolorosa pagina di quella sciagurata e sanguinosa estate del 1980.
Dice Carlo Giovanardi: «Continuiamo la nostra battaglia perché in un paese civile non può continuare ad esistere una giustizia che sullo stesso fatto emette giudizi diametralmente opposti». E sulla visita di Mattarella a Bologna: «Confidiamo che il capo dello Stato intervenga per sostenere la pubblicazione dei documenti ancora segretati che possono fare finalmente luce su Ustica e su una stagione inquietante e dolorosa di atti terroristici e sostenga la necessità di arrivare ad una verità condivisa».