Nostalgia per un periodo d’oro del cinema, per un’epoca che forse non si ripeterà più. Alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia la presentazione de “La verità sulla Dolce Vita”, diretto da Giuseppe Pedersoli, figlio di Bud Spencer e nipote di Peppino Amato, il produttore a cui è dedicato il docufilm. Un viaggio che indaga il dietro le quinte “infernale” di un capolavoro che ha influenzato i cineasti di tutto il mondo. Il produttore scomparso, Peppino Amato, intuendo il potenziale di Federico Fellini, riuscì a convincere Dino De Laurentiis a cedergliene i diritti in cambio di quelli de La grande guerra. Proprio come si fa con le figurine…
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“La verità sulla dolce vita” a Venezia 77: che inferno il dietro le quinte del capolavoro di Fellini
Il film “La verità sulla Dolce Vita” mette insieme documenti incredibili, come le lettere che si sono scritti Federico Fellini con Peppino Amato e il socio Angelo Rizzoli, interessato sì a produrre cinema, ma concentrato più che altro sul profitto. Soprattutto però racconta di un’impresa: Peppino Amato si innamora perdutamente del soggetto de ‘La dolce vita’, un progetto allora rimasto arenato, fermo da tempo, per via di De Laurentiis che non si decideva a produrlo spaventato dai costi eccessivi che avrebbe comportato. «Alla caparbietà di mio nonno, l’uomo senza il quale il capolavoro di Fellini non si sarebbe mai fatto», ha detto all’Ansa il regista Giuseppe Pedersoli riferendosi al nonno Peppino Amato. Difatti fu il produttore a spingere, e lo si capisce nel carteggio infinito su cui indugia il film, perché ‘La dolce vita’ venisse girato. Ed è venuto al mondo con doglia: gli attori sui set non sapevano cosa fare, giravano giorno per giorno senza avere un copione per le mani. A Marcello Mastroianni, caro amico del regista riminese, che aveva provato a chiederne una copia, Fellini fece recapitare una cartellina vuota prima e il disegno di un fallo poi con un uomo che nuotava in mare con un membro gigante.
«Caro Marcellino sto per fare un film ma Dino De Laurentiis vuole Paul Newman, io invece una faccia qualsiasi»
Tra Fellini e Mastroianni la complicità era pazzesca: «Mi venne a trovare a Fregene dove ero con Flaiano e con quella voce da flauto magico mi disse ‘caro Marcellino sto per fare un film ma Dino De Laurentiis vuole Paul Newman io invece una faccia qualsiasi, la tua’», racconta nel film l’attore, che non si sentì affatto umiliato: «Gli dissi ‘eccomi, sono pronto’». Difficoltà anche per la location: non si poteva girare lungo il tacco di Hollywood, via Veneto appunto. Per questo ci si mobilitò per ricostruire quella meravigliosa strada al Centro Safa Palatino, dove il regista restò per mesi, cercando nel frattempo altri posti sul litorale laziale per girare le scene conclusive.
“La verità sulla dolce vita”, Pedersoli: «Volevo restituire un’emozione», il film dedicato a Peppino Amato
Prodotto da Gaia Gorrini in associazione con Istituto Luce, “La verità sulla Dolce Vita” sarà distribuito da Cinecittà con un tour di proiezioni evento, dal 15 settembre, dopo la presentazione al Lido fuori concorso. Nel centenario dalla nascita di Fellini questo docufilm arriva come un bel regalo a quanti lo hanno amato: «Più che un racconto scolastico volevo restituire un’emozione. La narrazione del cinema ha un debito su certe figure professionali come i produttori. Peppino poi era speciale, un pioniere, dotato di un intuito incredibile, scaltro, furbo. Sentivo un debito di riconoscenza verso un uomo così geniale da non fermarsi davanti a nulla, tenace nel perseguire i suoi sogni anche contro tutto e tutti, come accadde per “La Dolce Vita”, che nessuno voleva fare tranne lui e per il quale chiese la benedizione di Padre Pio», ha affermato Pedersoli al suo esordio come regista. Leggi anche l’articolo —> Fellini e il vizio delle donne, Sandra Milo: «Era come un’ape che non trova il nettare e lo cerca altrove!»