‘Chi vuol essere milionario’ continua ad appassionare migliaia di telespettatori. Ad aver incuriosito ieri particolarmente il pubblico una domanda: “Qual è stato il primo politico a utilizzare l’espressione “tigre di carta”, intendendo un avversario solo apparentemente minaccioso?“. Il concorrente, che nella vita fa il costumista e che ama viaggiare, è riuscito a dare la risposta corretta. Si è ricordato di un gadget regalato ad un’amica di ritorno da un viaggio a Pechino: una specie di marionetta, tipica dei teatrini cinesi, che si servono appunto di personaggi di carta e lanterne.
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Tigre di carta, quale politico usò per primo quest’espressione?
Mentre ragionava l’aspirante milionario ha parlato a Gerry Scotti anche di un film del 1994, dal titolo ‘Vivere!’, diretto da Zhāng Yìmóu, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 47º Festival di Cannes, che si apre proprio con le immagini di un teatrino ambulante di ombre cinesi. La pellicola racconta la storia di una famiglia durante i vari cambiamenti politici nel paese, dalla caduta dell’impero a Mao Tse Tung. Ed è stato proprio questi, il rivoluzionario e dittatore, nonché portavoce del Partito Comunista Cinese dal 1943 fino alla sua morte, ad utilizzare per primo l’espressione «tigre di carta». Lo fece nel corso di un’intervista del 1946. Mao, allora futuro presidente della Cina, rilasciò alcune dichiarazioni alla nota giornalista americana Anna Louise Strong. Durante l’intervista, ad un certo punto, il politico disse: «Tutti i reazionari sono tigri di carta. Apparentemente sono terribili, ma in realtà non sono poi tanto potenti».
«Tutti i reazionari sono tigri di carta. Apparentemente sono terribili, ma in realtà non sono poi tanto potenti»
Durante gli anni del Maoismo «tigre di carta», che è stata impiegata per definire un avversario solo apparentemente minaccioso, è diventata uno slogan parecchio ricorrente nei confronti dei nemici imperialisti della Cina. In primis ovviamente gli Stati Uniti d’America. L’espressione ha avuto un notevole successo nel mondo occidentale, anche grazie alla diffusione del “Libretto rosso”, ossia il volume che contiene le citazioni dalle opere del presidente Mao Tse-tung. In italiano l’equivalente sarebbe il detto «tutto fumo e niente arrosto». Una curiosità? L’espressione “La Tigre di Carta” dà il nome anche ad una rivista mensile di arte e cultura, fondata a fine 2014, che basa la scelta dei propri argomenti sulla consulta dell’antico testo cinese del Libro dei Mutamenti. Il tema estratto viene reinterpretato da diverse rubriche di carattere anche molto vario fra loro. Leggi anche l’articolo —> Terry Fox, la storia dell’atleta che attraversò il Canada con una gamba sola: il ricordo nel doodle di Google