Il leader della Lega non può concedersi un attimo di tregua. Lucia Azzolina, la ministra dell’istruzione, ha infatti sporto querela a Matte Salvini perchè ha fatto “più post sessisti”. Lo ha dichiarato durante un’intervista radiofonica alla trasmissione “Le mattine di Radio Capital”, condotta da Selvaggia Lucarelli. In realtà, la denuncia non è recente: “L’ho querelato mesi fa. Tante volte questi post sono anche stati rilanciati dalle donne”, e la cosa, ha ammesso, “mi ha fatto molto male”. Secondo la ministra, infatti, l’Italia è “un Paese in cui vanno ricostruiti certi stereotipi”.
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Azzolina querela Salvini, la ministra dell’Istruzione: “Gli esponenti politici dovrebbero dare il buon esempio”
“Ho sporto querela nei confronti di Matteo Salvini mesi fa, perché ha fatto più post sessisti e tante volte questi sono stati rilanciati dalle donne”, ha spiegato ai microfoni di Selvaggia Lucarelli. “Mi ha fatto molto male. Gli esponenti politici sono quelli che devono dare l’esempio fuori. Io una volta da parlamentare difesi una collega di Forza Italia insultata sui social. Il colore politico non conta”, ha aggiunto la ministra dell’Istruzione durante la trasmissione “Le mattine di Radio Capital”.
Tra l’altro, la ministra Azzolina può essere considerata un esperta di odio sui social, viste le numerose occasioni in cui si è trovata protagonista di post discriminatori e di insulti non solo rivolti direttamente a lei, ma anche al suo lavoro. “Da quanto sono diventata ministro l’odio social si è acuito molto“, ha confessato alla Lucarelli. “Un po’ tutti i giornali si sono divertiti in questi anni con me. Da persona che viene dalla scuola, non ero abituata a tutto ciò, a tutte queste volgarità. La prima volta mi è venuto da vomitare, poi ho interiorizzato e ora provo solo pena per queste persone”.
La ministra Azzolina: “Ci vuole un lavoro di educazione civica anche attraverso la scuola”
Offese, commenti, minacce: la ministra Azzolina negli ultimi mesi si è dovuta rimboccare le maniche per affrontare l’onda di odio che l’ha travolta. E per imparare, in qualche modo, a farsi scivolare tutto addosso. Sempre, però, dentro i limiti della legge. “Ci vuole un lavoro di educazione civica anche attraverso la scuola“, ha sottolineato durante l’intervista. Dopodiché ha ripreso a parlare dei commenti che riceve da quando è alla guida del ministero dell’Istruzione: “Voglio essere giudicata per il mio lavoro da ministra, non per il mio rossetto rosso“, ha giustamente affermato. “L’Italia è un Paese dove vanno ricostruiti certi stereotipi tipo mamma che cucina e papà che porta i soldi a casa. E noi insegnanti dovremmo essere modelli, insegnare il rispetto ai più giovani”, ha infine detto in conclusione. >>Tutte le notizie di UrbanPost