Il presidente russo Vladimir Putin avrebbe il Parkinson. Le indiscrezioni dalla Russia descrivono i possibili sintomi del morbo del presidente, come gambe e mani che tremano. La famiglia lo starebbe pregando di lasciare l’incarico. La notizia, inoltre, arriva dopo che Putin ha presentato proprio questa settimana una legge che lo renderebbe senatore a vita se dovesse presentare le dimissioni. Nonostante il Cremlino abbia già smentito, i rumors continuano a correre.
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Putin, il Parkinson e le possibili dimissioni a inizio 2021
Indiscrezioni da Mosca dicono che Putin, 68 anni, si starebbe preparando ad abbandonare la carica a gennaio 2021. Il presidente, che proprio quest’anno ha vinto il referendum che gli permetterebbe di rimanere in carica fino al 2036, non cederebbe volentieri la presidenza. Se non fosse, dicono gli insider russi, per la malattia che gli sarebbe ora attribuita. L’accademico russo Valery Solovei, ieri sera, 5 novembre, ha suggerito che Putin possa avere sintomi legati al Parkinson. Secondo le stesse fonti, gli insider informati del Cremlino, la compagna di Putin, l’ex ginnasta Alina Kabaeva (37 anni), lo starebbe implorando di abbandonare il suo incarico. Sempre stando all’opinione di Solovei, presto Putin dovrebbe nominare un nuovo primo ministro, da formare affinché diventi il suo eventuale successore.
Le speculazioni sulla malattia
Il commento del professor Valery Solovei è arrivato dopo che un video del presidente russo ha iniziato a circolare. In queste riprese, le gambe di Putin tremerebbero mentre questo si aggrappa al bracciolo di una sedia. I curiosi hanno anche osservato in video recenti altri movimenti sospetti, come una penna che tremava nella mano del presidente. Ad alimentare i sospetti è la presentazione della legge che garantirebbe a Putin l’immunità legale fino alla sua morte, insieme alla carica a vita di senatore. Tuttavia queste restano indiscrezioni senza molti fondamenti. Il portavoce di Putin, intervistato a riguardo, ha infatti dichiarato: “Le speculazioni sulla salute del presidente sono del tutto infondate”. Inoltre, secondo il portavoce, la pratica di assicurarsi la nomina a senatore a vita è una pratica molto diffusa in altri Paesi e piuttosto giustificabile. >> Tutte le news di urbanPost