Sul caso delle discoteche sarde aperte in agosto malgrado il Covid ha indagato Report, che ha mandato in onda i controversi retroscena ieri sera, 9 novembre 2020, su Rai 3. “Lo sapevamo che i contagi salivano. Abbiamo voluto rischiare”, ha ammesso Angelo Cocciu, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Sardegna. Ai giornalisti di Report Cocciu ha raccontato delle pressioni subite dai gestori dei locali, che gli chiedevano di arrivare a Ferragosto. “Si trattava di lasciare aperte le discoteche solo qualche giorno in più, fino a Ferragosto: lo sapevamo che i contagi stavano salendo, abbiamo rischiato”.
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Covid, discoteche aperte in Sardegna: il retroscena
Ad agosto, uno tsunami di polemiche si era abbattuto sulle discoteche della Sardegna, che offrivano divertimento e svago, attirando turisti, nonostante i casi di contagio da Covid fossero già in aumento. Il 7 agosto, il Dpcm del governo aveva chiuso le discoteche, lasciando però alle regioni la possibilità di agire diversamente. La sera dell’11 agosto, il presidente della regione Sardegna aveva adottato un’ordinanza che consentiva l’apertura delle discoteche fino al 31 agosto. L’ordinanza era poi stata revocata il 16 agosto, il giorno dopo Ferragosto. “Non volevamo tenere aperte le discoteche fino al 31 agosto, così avremmo ammazzato la Sardegna: era questione di uno o due giorni”, spiega Angelo Cocciu a Report. L’esponente di Forza Italia racconta delle tante telefonate ricevute in quel periodo, quando la decisione sull’apertura delle discoteche dipendeva dalla regione. “Discoteche come Billionaire e Phi Beach“, racconta Angelo Cocciu, “avevano per esempio contratti stratosferici con dj importanti”.
Forza Italia prende le distanze
Il coordinatore di Forza Italia in Sardegna, Ugo Cappellacci, ha preso intanto le distanze dalle parole di Angelo Cocciu. “Non corrispondono in nessun modo al punto di vista del partito, degli assessori e dei consiglieri regionali di Forza Italia”, afferma il deputato Cappellacci, ex governatore dell’isola. Cappellacci spiega che le ordinanze hanno sempre preso in considerazione i pareri del comitato tecnico-scientifico, e che “mai si è preferito l’interesse economico di terzi al diritto alla salute dei cittadini”. >> Tutte le news di UrbanPost