Anita manifesta contro la Dad, Azzolina le telefona. La protesta pacata di Anita contro la Dad è in atto da qualche giorno. La dodicenne, studentessa alla scuola media Italo Calvino di via Sant’Ottavio, a Torino, da venerdì frequenta le lezioni dal suo tablet, ma seduta ad un banco fuori dalla scuola. Oggi, mercoledì 11 novembre, la compagna Lisa ha deciso di appoggiarla, e di seguire con lei la prima ora di lezioni davanti a scuola. Quello che chiedono queste giovani e coraggiose studentesse è che la scuola sia la priorità del Paese. «Non è giusto stare a casa perché la scuola è un posto sicuro, in classe stiamo con la mascherina, i guanti e usiamo gli igienizzanti ogni momento: ci si ammala fuori, non in aula. Ci manca tutto della scuola, i professori, i compagni, i banchi e persino le interrogazioni», riporta il Corriere di Torino.
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Dad Azzolina telefona alla studentessa
Oggi, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha voluto rivolgersi direttamente ad Anita. La causa che portano avanti è la stessa. La ministra ha telefonato alla ragazzina, per un colloquio di una ventina di minuti. La Azzolina ha parlato prima con la madre di Anita, la quale ha chiesto alla ministra di continuare a lottare per le scuole aperte, come sta facendo la figlia dodicenne. La Azzolina ha garantito che farà “tutto il possibile per tenere le scuole aperte e permettere anche ai più grandi di rientrare, tenendo conto della situazione epidemiologica”.
L’appello dei genitori
«Siamo consapevoli di violare la legge stando qui fuori – dicono Anita e Lisa -. Ma vogliamo farci sentire, è proprio la scuola che ci ha insegnato ad essere forti», dicono le ragazzine al Corriere di Torino. Le ragazze sono accompagnate dai genitori, vicini al gruppo di “Priorità alla scuola Piemonte”. Gruppo che, domenica pomeriggio, su Facebook, ha lanciato l’appello a seguire un’ora di Dad di fronte all’ingresso per tutta la settimana. Tra i genitori, infatti, cresce il malcontento. «Pensiamo che ora, dopo tanti mesi, ci si sarebbe dovuti organizzare – dicono -. Le mancanze della sanità e dei trasporti non possono ricadere sui ragazzi: in tutta Europa le scuole sono rimaste aperte». >> Tutte le news di UrbanPost