In Calabria sono di nuovo punto e a capo: nessuno vuole il ruolo da commissario straordinario alla sanità. Prima Cotticelli, poi Zuccatelli, ora Gaudio: tre dimissioni in soli 10 giorni. Intanto la Regione continua a tremare, di fronte al coronavirus e al collasso della rete sanitaria. E così è partita la caccia al colpevole, una caccia che ha come bersaglio il Presidente Conte. “Mi assumo tutta la responsabilità della scelta di Gaudio. Non solo del del fatto che la designazione non è andata a buon fine, ma anche delle precedenti nomine”, ha dichiarato il Premier, dimostrandosi pronto a prendersi tutte le colpe in merito.
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Calabria commissario, tutti contro Conte
Quando qualcosa non funziona, si cerca immediatamente un colpevole. E nel non voler ammettere che in Calabria bisognerebbe accusare un sistema intero, un’esecuzione di tagli continui alla sanità che oggi l’hanno portata a essere nella situazione in cui è, ecco che il dito viene puntato contro il Premier Conte. Il Presidente, però, a sua volta, non si è tirato indietro dall’assumersi la responsabilità della scelta dei commissari, in particolare di Eugenio Gaudio. “Sia per Zuccatelli, che per Gaudio, c’è stato il pieno confronto e la condivisione con tutti i ministri coinvolti”, ha sottolineato però Conte. Insomma: sta facendo il Capitano, ma in fondo non vuole che tutto ricada esclusivamente su di lui, perché questa partita non l’ha giocata da solo.
Invece, come in una qualsiasi squadra di giocatori mediocri, tutti (o quasi) stanno rigirando la colpa su di lui per l’ultima nomina del commissario in Calabria. Lui ha scelto Gaudio, e quindi lui ha fallito. “Nella mia posizione gestisco tanti dossier, non ho la possibilità di incontrare tutti e di effettuare i controlli nel dettaglio. Ma le responsabilità ricadono primariamente su di me, se coinvolgono il governo. Vale per Gaudio come per Cotticelli. E anche per Zuccatelli, altissimo profilo che però con quei video e quelle dichiarazioni inappropriate ha aperto una ferita con la comunità calabrese”. Esattamente come quando Gaudio ha dichiarato che la sua famiglia non voleva trasferirsi, e che per questo rifiutava l’incarico.
Calabria commissario, Conte: “Non si è aperta la crepa nella maggioranza solo perché mi assumo la responsabilità”
Tutto ciò ricade, ovviamente anche sulla maggioranza di governo: “Non parlerei di tensione fortissima, ma di giusta preoccupazione e del forte dispiacere di non aver trovato una soluzione. Non si è aperta una crepa nella maggioranza per il semplice fatto che mi assumo la responsabilità“, ha voluto poi sottolineare Conte. Questo, nonostante sia stato “un percorso condiviso”. Intanto, tra i corridoi di Palazzo Chigi la tensione è alta. Il Partito Democratico è furioso, il Movimento 5 Stelle sta iniziando ad alzare (per la prima volta) la voce contro Conte. Roberto Speranza, dal canto suo, non proferisce parola. Ma il Premier tenta di smentire tutto, anche i possibili screzi con il ministro della Salute: “Assolutamente no. Il processo decisionale si è sviluppato in modo lineare e nel pieno confronto con tutti i ministri direttamente coinvolti”, ha affermato per smentire l’idea che abbia scelto in modo individuale il nome di Gaudio.
“La proposta spetta al ministero dell’Economia, di concerto con quello della Salute, con il parere del ministro degli Affari regionali e la deliberazione del Consiglio dei ministri. E il processo prevede altresì il parere del presidente della Regione Calabria. Infine la mia firma in calce”, ha puntualizzato. Ma allora come è potuto accadere uno scivolone del genere sul nomina di Gaudio come commissario in Calabria? Forse, non aveva espresso le sue resistenze. “Mi ha assolutamente riferito dei suoi problemi familiare, in modo trasparente. Confidando di poterli superare”, ha ricordato Conte. Qualcosa, però, nel frattempo è andato storto. E questo forse ha alzato ancora di più le chiacchiere intorno al suo nome e al fatto che fosse rettore a La Sapienza quando il Premier fece il concorso per la cattedra.
“Posso allontanare i sospetti, ma è difficile allontanare le stupidaggini. Non l’ho mai incontrato, mai avuto rapporti con lui. Il suo nome non è arrivato neanche da Arcuri. Piuttosto, dai territori che chiedevano di valutare un profilo calabrese. All’inizio non sapevo che lo fosse, lo conoscevo come rettore della più grande università europea. E con i ministri ho pensato che avremmo potuto sanare quella ferita con la comunità calabrese”.
Calabria, quale sarà il suo destino?
In tutto questo discutere, però, la vera vittima è la Calabria, un Regione a dir poco umiliata nelle ultime due settimane. “E’ stata siglata una convenzione con la Protezione civile in virtù della quale Emergency sarà operativa per l’emergenza in Calabria con ospedali da campo. E collaborerà a realizzare Covid hotel e operazioni di triage.” Alla fine, quindi, la soluzione sembra essere Gino Strada, anche se non sarà lui a ricoprire il ruolo di commissario in Calabria. “I calabresi saranno così più forti e resilienti, in virtù di questa collaborazione”.
Il fondatore di Emergency, ha sottolineato Conte, “non ha mai dichiarato nel colloqui avuti di essere interessato a questo profilo. Ne io gli ho mai offerto questa posizione, non ritenendo che fosse interessato a trasferirsi in Calabria e a occuparsi di ripianare la vergine nei conti”. Ma quindi, chi sarà il nuovo commissario in Calabria? Ancora non è dato sapersi.
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