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Crescita depositi, quanto stanno risparmiando gli italiani durante la pandemia

18/11/2020 11:45

La pandemia continua a spaventare, e gli italiani rispondono con il risparmio. Nel mese di ottobre la liquidità sui conti correnti è cresciuta di 32 miliardi, e la quantità di depositati ha superato la quota 1.700 miliardi. Contestualmente, le somme in banca delle imprese sono aumentate del 21%, arrivando a toccare i 365 miliardi di euro. Allo stesso modo si sono mossi anche i conti correnti delle famiglie, crescendo circa del 3,4%. Una notevole crescita di depositi. Cosa significa questo? Che in Italia il coronavirus ha trasformato i cittadini in delle piccole formiche risparmiatrici, preoccupate di quello che potrebbe essere.

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Crescita depositi, come si è sviluppata geograficamente

I risparmi sui conti correnti delle famiglie sono stati pari a 1.080 miliardi di euro. Complici le misure restrittive, gli italiani stanno risparmiando sempre di più e, di conseguenza, stanno influendo sulla crescita dei depositi. Da Nord a Sud, si può dire che l’aumento sia stato parallelo. In base ai dati forniti dalla Banca d’Italia, però, è possibile delineare una classifica delle Regioni e delle città in cui i cittadini hanno risparmiato di più dall’inizio della pandemia. Al primo posto si trova indubbiamente Ragusa, con una crescita del 14% dei depositi. Solamente quelli delle famiglie, qui, sono aumentati del 6,3%, e pesano per il 71% del totale. In questo caso particolare, l’incidenza delle somme accantonate da imprese e famiglie però è inferiore sul totale, e a segnare maggiormente sono i depositi di amministrazioni pubbliche, assicurazioni e fondi pensione, in controtendenza rispetto all’andamento nazionale.

Anche Roma si è fatta distinguere in questa analisi. Nella provincia, dove i depositi in realtà risultano essere in calo, sono comunque in crescita quelli delle famiglie (+2,5%) e quelli delle imprese (+12%). Nonostante tutto, però, nella Capitale gli incrementi sono inferiori alle medie nazionali, e questo alimenta l’ipotesi che nelle città metropolitane sia presente una maggiore capacità di investimento derivante da una diversa cultura finanziaria. Oppure, dal lato opposto, che ci sia un più forte consumo dei risparmi a causa dell’alto costo della vita.

I depositi delle imprese

Puntando la lente d’ingrandimento sulle imprese, i dati evidenziano che la crescita di deposito più alta negli ultimi mesi si è registrata in Basilicata (+43%) e in Calabria (+33%). Seguono poi l’Abruzzo, con un incremento pari al 32%, le Marche con +30% e la Puglia con un aumento del 29,5%. Il fenomeno, invece, si riduce e scende sono il 20% nel Lazio (+13%), in Lombardia (+16%), in Liguria (+17%), in Piemonte (+19%). Leggermente meglio, poi, l’Emilia Romagna, che segna un +19,7% e il Veneto, con un +19,9%.

Quando si analizzano i depositi delle famiglie, inoltre, le somme crescono principalmente in Sardegna e in Vale D’Aosta. La liquidità sui conti correnti, infine, resta più o meno stabile a Reggio Emilia, che segnala un calo pari all’1%, a Rimini e a Vercelli, dove al contrario è salito della stessa percentuale.

A cosa è dovuta questa crescita nei depositi? Da una parte, sicuramente, bisogna cercare la motivazione nelle misure di sostegno alla liquidità introdotte per imprese e famiglie, sia dal Cura Italia che dall’iniziativa Abi-Assofin. Le moratorie, infatti, hanno congelato circa 2,7 milioni di crediti e, di conseguenza, piani di ammortamento per 301 miliardi. Inoltre, non bisogna dimenticare anche i presiti garantiti erogati, al momento pari a 80 miliardi, e le sospensioni di alcuni pagamenti come tasse, cartelle e contributi. >>Tutte le notizie di UrbanPost

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