Freddie Mercury muore 29 anni fa, precisamente il 24 novembre del 1991. La causa tecnica del decesso fu una broncopolmonite ma fu derivata dall’Aids. Le ultime ore di vita le passò affianco al suo compagno, Jim Hutton, ma Freddie era da giorni sotto il potente effetto della morfina. Ripercorriamo gli ultimi giorni della leggenda della musica Freddie Mercury.
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La morte di Freddie Mercury
Freddie Mercury è stato ed è oggi giorno uno dei cantanti rock più famosi al mondo. Anche se non si è fan della band a cui apparteneva, I Queen, il suo nome è ormai scritto nella leggenda della musica. Freddie è famoso per le sue incredibili doti vocali, la sua bravura musicale e l’impegno sociale che ha impiegato nella liberazione sessuale. Il frontman dei Queen si spense all’età di 45 anni, proprio il 24 novembre del 1991. Gli ultimi atti di vita li spese nella sua casa di Kensington a Londra. Accanto a lui nella morte ma, come nella vita c’era il suo compagno storico, Jim Hutton. Da settimane si discuteva della sua presunta morte. Infatti Freddie Mercury era dimagrito e, a causa dell’aspetto fisico che via via era sempre più deperito, i giornali di tutto il mondo lo davano già per spacciato. Le foto del suo stato fisico fecero il giro del globo per via delle immagini impietose pubblicate dal giornale scandalistico Sun.
Freddie Mercury: «Sono sieropositivo e ho l’Aids»
Il giorno prima della sua morte, il 23 novembre del 1991, il suo manager Jim Beach, diffuse a nome di Freddie questo comunicato: «Sono Freddie Mercury: a seguito delle congetture emerse sulla stampa nelle scorse due settimane, desidero confermare che sono sieropositivo e ho l’Aids. Ho tenuto questa informazione riservata per proteggere le persone che mi circondano». Dopo queste dichiarazioni il mondo della musica e non rimase scioccato. Prima le foto pubblicate, poi le parole dello stesso Freddie che ammette di essere ammalato e dopo qualche ore la notizia della sua effettiva morte. Jim Hutton, in seguito, rivelò che Mercury sapeva di essere malato sin dal 1987. Negli anni successivi all’esplosione della sua malattia, sospese l’attività concertistica e si dedicò solo alle registrazioni in studio.
Effetto “star deceduta”
La premuta morte del cantante, Freddie Mercury, contribuì alla fama dei Queen a livello mondiale ma sollevò anche la questione Aids che in quegli anni era sempre tenuta un pò nascosta. Dopo la morte di Mercury le vendite dei dischi aumentò tanto che, secondo la Recording Industry Association of America, l’effetto “star deceduta” fece sì che i Queen vendessero circa 35 milioni di album negli Stati Uniti. I riconoscimenti di Freddie dopo la sua morte furono tanti. Tra i più importanti ricordiamo che nel 2008, il magazine statunitense Rolling Stone lo collocò al 18º posto nella classifica dei migliori 100 cantanti di tutti i tempi. Successivamente, nel 2015, venne inserito nella lista dei venticinque migliori frontman di tutti i tempi della Billboard. Mercury si piazzò al secondo posto, preceduto da Bruce Springsteen. E ancora nel settembre 2010, fu nominato Greatest Rock Legend Of All Time, la più grande leggenda rock di tutti i tempi.
Oggi, 24 novembre, sulla maggior parte delle emittenti radiofoniche e musicali della tv ci saranno tributi per la grande voce di questa leggenda scomparsa quasi trent’anni fa. Nel 2018, la storia dei Queen è stata raccontata del film Bohemian Rhapsody diretto da Bryan Singer. La pellicola ripercorre i primi quindici anni del gruppo rock dei Queen, dalla nascita della band nel 1970 fino al concerto Live Aid del 1985. Questa pellicola porta alla luce il vero carattere di Freddie e tutte le problematiche che stavano dietro ad ogni canzone. Sicuramente un interessante approfondimento per capire chi c’era dietro il personaggio di Freddie Mercury. >> tutte le news di Urbanpost
“Arrivederci a tutti, devo andare, devo lasciarvi alle spalle e affrontare la realtà” da Bohemian Rhapsody