Una vita piena di imprevisti quella dei rider, tra incertezze economiche e sviste che possono capitare sul lavoro. Le svolte nel settore del food delivery, diventato più preminente nel 2020, hanno portato i rider ha vincere la battaglia per una giusta contrattualizzazione. Dal 2021 i rider di Just Eat saranno assunti con contratto di lavoro dipendente, con paga oraria e tutele di cui gode un qualunque rapporto di lavoro subordinato. «Ci auguriamo che l’esempio di Just Eat venga seguito anche dalle altre aziende di food delivery operanti in Italia», ha dichiarato Yiftalem Parigi (Cgil).
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Battaglia vinta, dal 2021 i rider di “Just Eat” avranno un contratto di lavoro dipendente
I rider di Just Eat, a partire dal 2021, saranno assunti con contratto di lavoro dipendente. A rivelarlo una e-mail inviata dalla piattaforma di food delivery ai suoi fattorini. «Just Eat, leader nel mercato della consegna di cibo a domicilio, annuncia l’arrivo in Italia nel 2021 di ‘Scoober‘, il modello di delivery già attivo in alcuni dei paesi del gruppo, e in linea con la strategia europea, che inquadra i rider come lavoratori dipendenti, consentendo loro di avere più vantaggi e tutele e conservando la flessibilità e la possibilità di operare combinando studio e altre attività», si legge nel corpo della mail, divulgato da “Fanpage”.
«Come leader di mercato del digital food delivery Just Eat vuole offrire ai rider le migliori condizioni di lavoro, i migliori vantaggi e tutele possibili. E assicurare loro il miglior inquadramento occupazionale che può offrire al momento il panorama italiano», ha specificato la nota azienda. L’organizzazione del lavoro sarà diversa a seconda delle dimensioni delle città in cui i rider andranno ad operare.
Yiftalem (Cgil): «Dovremo ragionare sui dettagli»
A festeggiare Yiftalem Parigi, il rider eletto rappresentante sindacale di Just Eat a Firenze con il Nidil Cgil, che raggiunto telefonicamente da ‘Fanpage’ ha detto: «È per noi un’indiscutibile vittoria: finalmente i rider saranno lavoratori subordinati e non più ‘autonomi’. Ora insieme all’azienda dovremo ragionare sui dettagli, ma come Cgil crediamo che debba essere rispettata la recente sentenza della Cassazione e che i fattorini vadano inquadrati nell’ambito del contratto nazionale merce-logistica, con una base retributiva oraria di 10,50 euro lordi più le eventuali variazioni». Leggi anche l’articolo —> Zona rossa dopo il 7 gennaio, Iss: «In Calabria, Liguria e Veneto mantenere le restrizioni»