Oggi iniziano le consultazioni di Mario Draghi, volte capire se riuscirà a ottenere la fiducia da parte delle Camere al suo governo. L’ex presidente della Bce ascolterà, una alla volta, tutte le forze politiche che siedono in Parlamento. Cercherà di comprende le priorità di ognuna, e dopodiché deciderà se dare vita a un governo tecnico o a un governo politico. Nonostante la sua carriera e l’emergenza in atto, infatti, non è detto che si scelga per forza la via di un esecutivo tecnico. Anche perchè, viste le premesse e le diffidenze già emerse da parte dei partiti, nel caso di un governo tecnico potrebbe essere piuttosto difficile raggiungere la maggioranza. Ma che differenza c’è tra un esecutivo politico e uno tecnico? E chi non appoggerebbe quest’ultimo?
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Governo Draghi, chi non appoggerebbe un esecutivo tecnico
Tra coloro che hanno dichiarato che non sarebbero disposti a sostenere un governo tecnico guidato da Mario Draghi c’è, in primis, il Movimento 5 Stelle. O per meglio dire una parte del Movimento 5 Stelle. Se da un lato, infatti, il capo politico Vito Crimi ha immediatamente affermato che il Movimento non si sarebbe mai reso disponibile a sostenere un esecutivo tecnico, Luigi Di Maio è stato da subito più accondiscendente. Il ministro degli Affari Esteri si è limitato a ribadire che il mandato delle ultime elezioni è quello di costruire un governo politico, motivo per cui bisognerebbe continuare in questa direzione. Il ministro uscente per i Rapporti con il Parlamento Federico d’Incà, poi, a sua volta si è distanziato dal Movimento durante l’assemblea dicendo di essere aperto a un governo Draghi, e ponendo come prerogativa la necessità di mantenere l’alleanza con i democratici e con Liberi e Uguali. Augurandosi, di conseguenza, che si possa creare un esecutivo su questo modello politico.
Sulla stessa lunghezza d’onda, infine, si è posto anche il Partito Democratico. Nicola Zingaretti, infatti, ha dichiarato che le “decisioni da prendere ora sono di tipo politico”, facendo intendere quale sarebbe la sua preferenza.
Qual è la differenza tra governo tecnico e governo politico
Ma qual è la differenza tra governo tecnico e politico? Formalmente, nessuna. I due esecutivi si distinguono nella scelta dei ministri. Se l’esecutivo politico è formato da personalità appartenenti alle forze politiche del Paese, quello tecnico compone la sua squadra di lavoro tramite l’assegnazione di ruoli a esperti delle materie economiche e tecnico-scientifiche. Solitamente, si tratta di persone estranee alle forze politiche. Il primo è principalmente un governo di natura politica che sarà guidato dagli obiettivi e dagli indirizzi condivisi da parte della maggioranza. Il secondo, invece, non è legato a destra, sinistra o a coalizioni miste: chi lo compone non è stato eletto per le sue competenze politiche, ma viene nominato in base a capacità specifiche. L’ultimo esempio a cui possiamo fare riferimento è il governo Monti del 2011, rimasto in carica quasi un anno e mezzo nel pieno della crisi di debito.
In questi giorni, poi, si è parlato anche di “governo del Presidente“. Questo non è altro che un termine giornalistico con cui si definisce un mandato in cui il Premier è direttamente scelto dal Capo dello Stato. Normalmente, ciò accade in un momento di stallo politico, per cui il presidente della Repubblica è obbligato a intervenire per superare l’immobilizzazione dell’esecutivo. Analizzando la situazione dell’Italia in questo momento storico, è forse il modo più corretto per definire il governo Draghi. L’ex presidente della Bce, infatti, è stato convocato direttamente da Mattarella per giungere in soccorso di un esecutivo che non riusciva più a concordarsi. >> Tutte le notizie di UrbanPost