Governo Draghi, anche Salvini dà l’ok. Nell’ultimo giorno del primo giro di consultazioni, Salvini rompe gli indugi, dopo l’incontro della delegazione della Lega con Mario Draghi. “Siamo a disposizione e non mettiamo veti”, ha detto Matteo Salvini. Al centro dell’intesa tra l’ex presidente della Banca Centrale Europea il Carroccio ci sono lo sviluppo e la ripartenza.
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Governo Draghi Salvini: “Non poniamo condizioni”
“E’ stata una mezz’ora di confronto interessante e stimolante sui temi concreti, sull’idea di Italia che per certi aspetti coincide”, ha esordito Matteo Salvini dopo l’incontro con il premier incaricato, in tarda mattinata. “Siamo contenti che al centro ci sia stato il tema dello sviluppo, delle imprese, della crescita, dei cantieri, che è quello di cui ha bisogno l’Italia per ripartire”. Lo sviluppo è il maggior punto di intesa, ripete Salvini, che parla anche di “pace fiscale”. Il leader della Lega si dice d’accordo con Draghi anche sulla difesa dell’ambiente e sulla green economy.
L’appoggio all’esecutivo guidato da Mario Draghi è incondizionato: “Noi non vogliamo condizioni. Leggiamo sui giornali che altri partiti pongono veti: con la Lega no, con Salvini no, coi sovranisti no. Noi non abbiamo posto condizioni né su persone né su idee né su movimenti”. “Il bene del Paese deve superare l’interesse personale e partitico. E quindi come diciamo da settimane stiamo vivendo una crisi figlia del caos all’interno della maggioranza uscente e cerchiamo di porre delle soluzioni”. “A differenza di altri, pensiamo che non si possa andare avanti solo a colpi di no. Non abbiamo pregiudizi”, ripete chiaramente Salvini.
“Vogliamo andare a Bruxelles”, dice ora Salvini
“Qualcuno prova a dire no alla Lega sventolando la bandiera di un europeismo privo di contenuti”, si difende Salvini, che porta la direttiva Bolkenstein come esempio delle politiche europee da cui la Lega resta distante. “Qui non si tratta di essere europeisti o anti-europeisti. Se c’è da difendere l’interesse nazionale italiano, un’azienda italiana spiaggia mare agricoltura italiana, noi vogliamo fare parte di un governo che vada a Bruxelles a trattare a testa alta nel nome dell’interesse nazionale”.
La polemica con il governo uscente per la gestione della pandemia è vivissima: “Basta ritardi e scivoloni su ospedali, vaccini e medici. Non spendiamo altre centinaia di milioni per primule e capannoni nei deserti, diamoli al personale sanitario”. Condiviso e sostenuto dalla Lega il proposito di Draghi di “tornare a vivere”. “Questi mesi di chiusure, di dpcm, di paure, di distanze, portano a un’alienazione, a una depressione a un abuso di psicofarmaci, a un incremento di povertà. Quindi vorremmo che il governo che nascerà, se nascerà, sia il governo della ripartenza, della rinascita, della riapertura“.
Una maggioranza larghissima
L’uscita di Salvini porta nel campo della nuova ipotetica maggioranza una qualche contraddizione, mettendo in difficoltà, prima tra tutte, la segreteria del Pd. “Però è Salvini che ha cambiato la sua posizione, specialmente sui temi europei, non è il Pd che ha cambiato la sua posizione – fa notare De Bortoli, in onda su Sky. Secondo il giornalista, il Pd può ben difendere la propria posizione, alla quale è sempre rimasto coerente. “Casomai sono gli altri che sono tornati su posizioni che prima ritenevano impraticabili”, dice De Bortoli. “La novità è rappresentata dall’adesione fin troppo entusiastica – e non sappiamo fino a che punto sincera – della Lega alle intenzioni di Draghi”, conclude De Bortoli. >> Tutte le news