Scissione M5S, “Io espulso ma non farò ricorso. Di Battista? E’ solo un fenomeno mediatico, nessuno gli ha chiesto di mettersi alla guida dei dissidenti. Nuovo gruppo con gli espulsi? E’ un’ipotesi. Italia dei valori? Invenzione giornalistica”. Così Giovanni Russo, deputato del M5S, parla della crisi infinita dal Movimento ai microfoni di Radio Cusano Campus.
Scissione M5S, Giovanni Russo è tra i 16 deputati che non hanno votato la fiducia a Draghi
Russo è tra i 16 deputati che non ha votato la fiducia al governo Draghi. “Abbiamo ricevuto un provvedimento di espulsione tramite e-mail”, ha detto alla radio romana. “Io personalmente non farò ricorso contro questa decisione perché ritengo che con l’attuale dirigenza non ci sia la possibilità di un cambiamento, se nulla cambia non mi va di rientrare in questo Movimento. Ritengo che il M5S non sia sufficientemente tutelato nel governo Draghi”.
“Di Battista? Un fenomeno mediatico”
Su Di Battista Russo è tranchant. “E’ un fenomeno mediatico”, dice. “Nella prova dei fatti, tutte le volte in cui Di Battista interveniva non lo faceva per portare proposte e sollevare questioni importanti, semplicemente lui appariva soltanto mediaticamente. Anche all’interno del gruppo parlamentare 5 Stelle la sua incidenza non era così forte, non si sentiva una componente di battistiana nel M5S. Non gli abbiamo chiesto di mettersi alla guida dei dissidenti”.
Poi il deputato neo-espulso dal M5S parla anche della creazione di un nuovo gruppo con gli esuli del M5S. “Ci sono sul tavolo delle ipotesi, vediamo. Italia dei valori? E’ un’ipotesi solo mediatica, sono invenzioni giornalistiche”, confessa alla radio universitaria.
Scissione M5S: le manovre di Grillo e il ruolo di Giuseppe Conte
Intanto in queste ore, dentro e fuori il Movimento, tengono banco le “manovre” di Beppe Grillo. Il padre fondatore M5S gioca il ruolo del “kingmaker” e la strategia è chiara. Fermare le spinte centrifughe tra i penstastellati, utilizzare “il bastone” delle espulsione agitato dall’ormai ex reggente Crimi e la “carota” del direttorio che dovrebbe traghettare il Movimento nelle braccia del suo “Salvatore”, Giuseppe Conte.
Che ci riesca senza perdere troppi pezzi, non è affatto scontato. Ma è certo – e Grillo lo sa bene – che è un momento delicatissimo. Il Movimento si gioca davvero le ultime carte per restare in vita, o meglio, “cambiare vita”. E rinascere come forza progressista, archiviata la stagione “antisistema”, per accendere (almeno nelle intenzioni) una stagione di innovazione radicale. Per parafrasare Grillo insomma, le fragole saranno pur mature ma non vanno fatte marcire. >> I retroscena di politica italiana