Lo ha vissuto in attesa, come tutti noi del resto, l’ultimo anno Liliana Segre. In un’intervista concessa a “Repubblica” la testimone della Shoah ha raccontato di essersi barricata in casa durante la prima onda, lontana dai suoi affetti. Alla seconda la pandemia ha bussato alla sua porta. Era come in una bolla di sapone, “bucata” prepotentemente dalla matita ben appuntita del Covid. Il figlio Luciano, la moglie e un nipote, infatti, sono rimasti contagiati. E lei è stata in ansia, preoccupata per la loro salute. Allarmata per i suoi cari, più che per lei. Ha aspettato che guarissero, che fossero fuori pericolo. Infine la senatrice a vita ha atteso la sua prima dose del vaccino, che le è stato somministrato il 18 febbraio scorso. La foto ha scatenato non poche sterili polemiche sui social. A significare che il Covid non ci ha resi migliori affatto; perlomeno non tutti. «Mi ricordo nei primi giorni di questa malattia, quando c’erano le bandiere alle finestre e i canti dai balconi. Io sono rimasta pessimista, ho visto che di quel sentimento di fratellanza in realtà non è rimasto molto», ha detto con amarezza Liliana Segre.
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Liliana Segre: «Covid come una guerra. Piango per gli anziani che sono morti soli»
Nell’intervista concessa a “Repubblica” Liliana Segre ha parlato del Covid come di una «moderna guerra mondiale». A lasciare attonita la senatrice a vita quella drammatica soglia raggiunta: 100mila vittime. Un bilancio spaventoso: «Lascia sbalorditi, soprattutto perché le vittime di questa guerra feroce sono state causate da un nemico invisibile», ha detto la 90enne milanese. Non ha taciuto la paura per quanto sta accadendo, rimarcando «l’incapacità assoluta del mondo di affrontare e di sconfiggere questo nemico invisibile, che muta e che cambia in continuazione, come se volesse spiazzarci, dirci tutta la nostra impotenza. Nelle guerre moderne il mondo ha cercato e trovato le armi per combattere, armi di precisione, estremamente efficaci, ma contro questo virus, questo nemico invisibile che ci ha colpito in un momento di pace e di tranquillità, siamo rimasti come paralizzati, costretti a vedere tante persone care andarsene». Leggi anche l’articolo —> Liliana Segre e la preghiera laica al popolo no vax: «Mi vaccinerò per il bene mio e degli altri…»
«La prima dose di vaccino? Nessun dolore, nessun effetto collaterale»
Ad aver pagato il prezzo più grande gli anziani: «A me ha fatto impressione pensare che la maggior parte delle vittime appartenga a un esercito di vecchi indifesi. Nelle guerre di solito muoiono i soldati giovani mandati a combattere. In questo caso invece una moltitudine di anziani disarmati». E ancora: «Il mio pensiero pieno di angoscia è andato spesso a quella moltitudine di miei coetanei nelle case di riposo, soli, abbandonati, lontani dai loro figli, colpiti dalla malattia senza il conforto di un volto famigliare, di un sorriso». A proposito della prima dose di vaccino la Segre: «Nessun dolore, nessun effetto collaterale. È l’unica arma che abbiamo, non si deve perdere tempo, se vogliamo vincere questa guerra che fa tante vittime». Leggi anche l’articolo —> Liliana Segre ad Arezzo: «Non ho mai perdonato. So cosa vuol dire essere respinti» [VIDEO]